Pescara, il trabocco in mostra alla Biennale di Venezia e la casa studio di Manoppello finalista al Brik Award di Vienna
L’hanno spuntata su tutto il mondo: selezionati tra i migliori 50 del globo.
Il Trabocco è alla 15° Biennale di Venezia dove campeggia tra i 50 migliori selezionati per rappresentare l’arte italiana nel mondo. E la casa studio di Sergio Sarra è stata identificata tra le migliori 50 opere del pianeta dall’Award-Winning International Brik Architecture, dove le stelle italiane prese in considerazione erano solo 4.
La lungimiranza di un committente che ha sempre guardato lontano e ad ampio raggio – dal sostegno alla produzione della cultura (sue sono le installazioni di Pistoletto e Spalletti al Tribunale di Pescara) a quello sull’innovazione fino alla formula per la “riconversione” dell’edilizia e alla proposta di una legge urbanistica nazionale sulle ristrutturazioni – porta il nome del costruttore Antonio D’Intino (Madis Costruzioni, Pescara) che a cinquantatre anni porta l’Abruzzo a riconoscimenti internazionali: l’ultima spinta in avanti l’ha impressa ancora più recentemente con il brevetto della Stanza Antisismica Madis Room, l’unico salvavita ad oggi esistente contro i terremoti.
Il consistente investimento con fondi propri per il restauro del Trabocco del Porto Canale di Pescara (“acquisito” da Madis in concessione demaniale) e il rifacimento dello studio dell’artista di Manoppello commissionato dall’artista Sergio Sarra sono l’iniziativa di una committenza geniale non solo nell’idea e nelle soluzioni ma anche per le vie percorse: interagire con architetti in grado di interpretare, tradurre ed esprimere la propria competenza e maturità creativa; integrarsi e confrontarsi con essi fino ad arrivare ad una sintesi globale: un progetto unico per tutti, che trae la sua forza proprio dall’essere valore identitario dei due attori, costruttore e architetto. Il successo delle opere in corsa sugli orizzonti internazionali sono la prova di tanto risultato.
Gli elementi distintivi dei due interventi:
– il trabocco è stato restaurato secondo i parametri del razionalismo italiano, nato e dimenticato in patria ma qui riportato in auge con la scelta delle linee essenziali, rinvenibili sia nella forma quadrata che negli accessori architettonici. L’anima alla quale si è scelto di restituire anelito è quella di “stanza sul mare”, atteso che la funzione primaria di “macchina da pesca” era stata già dismessa da tempo, in favore della seconda, dalla comunità che lì abitava. La Majella, il Gran sasso e il Mare sono la cartolina inconfondibile dell’Abruzzo, aggredito dal cemento e dal rumore quanto silente e maestoso per chi lo osserva dal mare, dove l’uomo è niente
– la casa studio partecipa al premio riservato alle case in laterizio: su questo ha praticato soluzioni impensate, come averlo spaccato in due per alleggerirne il peso, per aumentarne la resistenza e posizionarlo a cortina della struttura. Nelle colline di ulivi e grano di Manoppello si erige come un continuum forte con la storia e con l’ambiente naturale ed urbano circostante
Gli architetti sono lo studio zero85 di Pescara: Mirko Giardino, Mario Michetti e Giovanna Pizzella.
Le fotografie che rappresentano le opere in concorso sono di Sergio Camplone.
Le parole di Cino Zucchi, curatore del Padiglione Italia della Biennale, spiegano le motivazioni della selezione:”l’architettura italiana dalla I guerra ad oggi mostra una modernità ‘anomala’, rappresentata dalla grande capacità di interpretare e incorporare gli stati precedenti attraverso metamorfosi continue. Non adattamenti formali a posteriori del nuovo rispetto all’esistente, ma piuttosto ‘innesti’ capaci di trasfigurare le condizioni del contesto in una nuova configurazione. Un atteggiamento oggi ammirato dall’Europa e dal mondo come contributo più originale della cultura progettuale italiana”.