Roseto degli Abruzzi, 23 luglio 2014 – “Le assenze nell’ultima seduta del consiglio comunale tra le fila della maggioranza guidata dal sindaco Enio Pavone hanno decretato la sconfitta politica di questa amministrazione ma hanno al tempo stesso salvato la città da decisioni sciagurate e deleterie per la collettività in merito allo sviluppo e alla pianificazione urbanistica”. Questo il commento del coordinamento di Scelta Civica Roseto sull’amministrazione Pavone dopo che nella seduta del consiglio comunale del 21 luglio è venuto nuovamente a mancare il numero legale a causa dell’assenza di due consiglieri impedendo la discussione e la votazione di una variante del piano regolatore.
“Scelta Civica deve ringraziare i consiglieri di maggioranza Di Giulio e Marini che, anche grazie alla loro esperienza amministrativa pregressa, hanno fatto le proprie valutazioni sul provvedimento e, con la loro assenza, hanno evitato si perpetrasse un grave danno al patrimonio rosetano attraverso un atto che ha grossi profili di illegittimità” spiega il consigliere di Scelta Civica Flavio De Vincentiis “la mancata discussione della variante urbanistica è ovviamente un grave segno di debolezza politica e di una maggioranza, guidata in aula dal capogruppo Antonio Norante,arrivata al capolinea ma, in questo caso, l’assenza dei due consiglieri ha salvato i rosetani dall’assistere all’ennesimo danno al patrimonio”.
“Da tempo ormai” aggiunge il segretario cittadino di Scelta Civica Mario Nugnes “chiediamo una concreta presa di responsabilità a Pavone, la stessa che noi di Scelta Civica mettiamo ogni giorno nel nostro lavoro di opposizione costruttiva e collaborativa. Ma il sindaco stesso, fino ad ora, ha sempre glissato sull’argomento, la speranza degli elettori di centrodestra in questi anni non si è tradotta in nulla di concreto, anzi. Fare politica significa essere al servizio dei cittadini, essere puri nei propri pensieri e desideri con l’unico obiettivo del bene comune. Pavone e i suoi incarnano, purtroppo, tutt’altro desiderio, e non è con una minaccia di dimissioni di un assessore che si può pensare di mettere a posto i pezzi di un puzzle che ormai non combaciano più (se mai l’hanno fatto)”.