Cultura & Società

SETTIMANA MOZARTIANA 2014 – Appuntamenti di Domenica 20 luglio SALOTTO CULTURALE “PALAZZO MARTINETTI” Via Cesare de Lollis – CHIETI

Festival della lettura dei libri degli scrittori

programma a cura di
Associazione Editori Abruzzesi — Libridine — Libreria De Luca

Domenica 20 luglio 2014

h. 19,30 Arturo Bernava: “Scarpette bianche” (Solfanelli)
Personaggi equivoci e grotteschi si aggirano in Abruzzo, in quel luglio del
1943.
Chi è l’ombra nera che aleggia e scivola per le stradine del paese?
Perché il matrimonio tra l’attempato Osvaldo Pierantozzi e la giovane e
bella Italia Michelli non è stato celebrato dall’iroso parroco, don
Michele Vitocolonna, detto Tiscrocco?
Perché il Duce, subito interpellato dal Pierantozzi, non risponde alle sue
richieste?
Cosa è venuto a fare in paese uno strano medico, dall’aria al tempo stesso
risoluta e spaurita?
Perché l’anziana Maria Celidonio smette improvvisamente di parlare, cadendo
in uno stato catartico?
Tante domande sovrastano il paesino abruzzese, così come le lettere anonime
che improvvisamente cominciano a essere recapitate.
Ma non è tutto. La notte in cui i tedeschi giungono da invasori e non più
da alleati, una fragile e indifesa vecchina viene uccisa. Sembra il
delitto compiuto da un ladro occasionale, ma la vecchina non era né
fragile, né indifesa. Custodiva importanti segreti a cui tutti i
personaggi del romanzo danno la caccia.
Solo uno, però, riuscirà a capirne l’essenza. Lo stesso che inseguirà
l’Amore, quello che giunge improvviso e non si cura di chiedere la
nazionalità e il credo politico di chi incontra. Quell’Amore che avrà
ragione del gioco delle parti e ridonerà la giusta dimensione a un mondo
sconquassato dalla guerra e dall’odio.

h. 21,00 Angelo Lupo Timini: “Presuntuoso come il pranzo di Natale” (Tabula
fati)
Seguire il protagonista nel suo addentrarsi tra le pieghe della vita è come
assistere a una scissione dell’atomo; a un’operazione a cuore aperto e
senza anestesia.
Le vicende camminano attraverso una quotidianità contemporanea, luci e
ombre che appartengono a chiunque e che pure qui vengono anatomizzate,
scrutate microscopicamente dal protagonista che paradossalmente fa della
sua miopia una lente di ingrandimento.
Non c’è tregua, gli eventi che normalmente accadono nella vita di un uomo
qui si condensano quasi a voler mettere alla prova la fibra umana; come se
in un solo giorno facesse estate e inverno, vincere la lotteria e scoprire
di avere il cancro.
Non c’è tregua, le parole trasportano immagini ed emozioni che quasi si
accalcano, spingono per “passare avanti” e l’uso ricercato delle
espressioni non è mai un vano compiacimento letterario, ma solo il frutto
di chi si sforza di rendere il senso delle cose e della vita senza
infingimenti, cruda, bella, terribile, senza sconti né sovraprezzi, senza
retorica né ambiguità. Un fiume che va dalla sorgente alla foce senza
fermarsi.

h. 22,30 Fabrizio Cordoano: “I gemelli di Caere” (Solfanelli)
La maschera con il volto adirato del dio Tinia copre le sembianze di un
intruso che spaccia le proprie perversioni per volere divino.
Lamine d’oro, che recano incisa una dedica alla dea Uni per il dono di due
figli gemelli, emergono inaspettatamente dai bauli di un tesoro trafugato,
ricco di manufatti di pregio.
L’amore dei giovani Athe e Laerthe nasce e cresce all’ombra della necropoli
di Caere, ma la fortuna del ragazzo raggiunge il proprio apice nello
stesso istante in cui il suo astro si spegne.
Arte e storia, luoghi fantastici e leggendari, amore e odio, vendetta e
onore, storia Etrusca e Romana si rincorrono lungo tutto il romanzo, la
cui trama trae ispirazione dalla splendida “Tomba dei rilievi” (IV sec.
a.C.) della necropoli etrusca della Banditaccia a Cerveteri, realmente
appartenuta alla famiglia dei Matunas.

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