La crescita delle vertenze nei confronti degli erogatori di servizi di vigilanza ha ormai un andamento esponenziale
Non corrisponde alla chiusura delle aziende l’annullamento della fornitura del servizio. Le società di vigilanza chiedono il pagamento , nella impossibilità di erogarlo, del servizio; dunque un esborso economico al fronte nulla. L’alternativa consiste, nei migliori dei casi, in penali molto esose e da liquidare subito.
Una sorta di gabella che si abbatte su coloro costretti a chiudere loro malgrado, e parimenti in precedenza costretti dalla mancanza di sicurezza sociale a sottoscrivere un contratto.
Occorre un intervento Ministeriale per calmierare il fenomeno riconoscendo un indennizzo ma in misura contenuta Alcuni esempi:
ad un operatore di uno stabilimento balneare sono stati chiesti 2700,00 euro per la chiusura anticipata del contratto. 8000 per un negozio Ad un privato che ha cambiato l’abitazione, non è stato consentito il passaggio del servizio alla nuova, pagando quindi per il nulla. In un condominio dove si è approvato il servizio di vigilanza complessivo l’utente è costretto al pagamento del servizio due volte. Una vera e propria babele che vede coinvolti anche privati cittadini, costretti a ricorrere al servizio privato in assenza di sicurezza.
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