Castellalto. LA RISPOSTA DI KATIA DI FRANCESCANTONIO ALLA DECO SPA

 

 

“Con questa Nota vorrei rispondere al comunicato della Deco S.p.A

precisando che la relazione non intendeva porre a duello pubblico e

privato. Ho infatti sottolineato come i centri TMB, tra cui DECO,

contribuiscano ad abbattere il volume dei rifiuti e a recuperare

materiale. L’Azienda è stata quindi citata senza alcun fine

denigratorio ma solo come attore dello smaltimento dei rifiuti della

nostra provincia. Ho peraltro ricordato la validità degli impianti TMB

che io personalmente preferisco agli inceneritori.

L’intento della relazione era di sollecitare gli amministratori della

provincia di Teramo a trovare, insieme alla regione, soluzioni per

rendere il territorio più autosufficiente sullo smaltimento

dell’organico e dell’indifferenziato, che sono le due voci che pesano

maggiormente sui bilanci. Sollecito che non faceva altro che

riprendere il monito che l’Osservatorio Regionale Rifiuti lanciò alle

province Abruzzesi il 20 Agosto 2013 (Rapporto sullo smaltimento dei

Rifiuti Urbani), invitandole a “eliminare il costante ricorso al

turismo dei rifiuti” perché esso “può rappresentare una modalità

straordinaria ma non permanente” ed evidenziando inoltre come “in tale

regime si hanno riflessi negativi sul sistema tariffario che pesa

sempre più sugli utenti (che hanno diritto ad avere servizi moderni ed

efficienti) e perdita di ricchezza da parte del sistema economico

ambientale regionale”.

Il primo punto posto in discussione tra l’altro è stato il

frammentario sistema di raccolta “Il sistema di gestione del ciclo dei

rifiuti urbani regionale si è caratterizzato in questi anni per una

frammentazione istituzionale, caratterizzata dalla presenza di 13

Consorzi intercomunali e/o loro società spa, che non ha agevolato

l’efficace ed efficiente attuazione degli interventi funzionali al

conseguimento degli obiettivi assunti dalle norme e dalla

pianificazione di riferimento. Anche il quadro della frammentazione

degli affidamenti dei servizi di raccolta dei rifiuti, come risultante

dall’analisi conoscitiva presentata, è ulteriore conferma delle

criticità e diseconomie insite nel sistema in essere.” Cita il piano

regionale 2013. In secondo luogo, sempre secondo i rapporti della

regione finora disponibili, circa il 60 % dei rifiuti è

indifferenziato: circa 80.000 tonnellate di cui 74.628 vengono

smaltite in provincia di Chieti. Sempre da Piano regionale si evince

che l’Abruzzo ha una produzione pro capite inferiore alla media

Italiana, il costo complessivo è superiore e su questo costo incide

l’indifferenziato per il 73%. Da qui la necessità di aumentare i

livelli di Raccolta Differenziata e in secondo luogo a rivedere la

gestione dell’indifferenziato. Dato che Teramo conferisce

prevalentemente in provincia di Chieti richiede una movimentazione per

trasporto che va a incidere su quanto viene conferito per lo

smaltimento.

Sempre da fonti relative a dati regionali ho appreso che “La tariffa

media praticata ai rifiuti urbani conferiti presso l’impianto di

trattamento/recupero con produzione di CSS di Chieti, località Casoni,

della DECO SpA, comprensivi dei costi di smaltimento dei flussi

residuali e dell’avvio a recupero del CSS, ammonta nel 2012 a 145,98

euro/t.” (Rapporto Raccolta Differenziata 25 Novembre 2013) a cui

vanno aggiunti i costi del trasporto da Teramo a Chieti. La stima non

vuole di certo negare la validità dell’impianto suddetto ma solo

evidenziare la criticità di non avere validi impianti TMB sul

territorio di Teramo.

Da un confronto con i costi della Lombardia ho appreso che “Quanto ai

costi di gestione delle discariche lombarde, questi sono stati stimati

dall’ORS da 30 a 50 euro/t contro i 50-65 euro/t delle discariche

italiane mentre il costo medio di gestione del termo-utilizzatore

lombardo va da 50 a 120 euro/t contro i 70-90 euro/t degli

inceneritori italiani. Se il costo medio di gestione del compostaggio

lombardo, inoltre, è ricompreso tra 35 e 80 euro/t contro i 20-30

euro/t del compostaggio italiano, quello del selezionatore lombardo

oscilla tra 80 e 160 euro/t contro i 50-80 euro/t del selezionatore

nazionale.” Ho dedotto che il costo di conferimento in discarica

comprendesse il trattamento meccanico a monte, in quanto nel testo

citato si indicano 8 impianti TMB ma non vengono fatte distinzioni,

nell’analisi dei costi, tra TMB e Discarica  (“Il modello lombardo di

gestione dei rifiuti: tra autosufficienza, efficienza e

sostenibilità”- 2012).

Da un Benchmark Nazionale disponibile per il Veneto

(http://www.slideshare.net/andreaatzori568/tariffe-degli-impianti-di-trattamento-e-smaltimento-ru-benchmark-nazionale-e-regione-veneto)

risalente al 2012, le tariffe TMB vanno dai 55 ai 160 €/tonn con un

dato medio di 105 €/tonn per cui rettifico il valore di 50 € da me

esportato in quanto esso è un valore minimo. Il dato medio nazionale

si aggira sui 105 €/tonn.

Se questi dati non sono aggiornati e, come riporta la DECO nella sua

nota,  ad oggi in Italia non è possibile conferire in impianti TMB con

i servizi offerti attualmente a meno di 129 €/tonn, ne prendo atto per

aggiornare il quadro complessivo.

 

Comunque, ribadisco, la relazione non aveva nessun fine denigratorio

nei confronti dell’azienda bensì ha sollevato delle questioni di

gestione dei rifiuti che sono interne alla provincia di Teramo ponendo

la questione dei deficit dell’impiantistica provinciale e il continuo

andare in deroga ai principi di autosufficienza e prossimità dello

smaltimento dei rifiuti come invece è previsto dalla normativa europea

e regionale.”

 

Katia Di Francescantonio (dirigente Sel Castellalto – Sel Abruzzo)