Castelli. “ConSEQUENZE”, CASTELLI NELLE FOTOGRAFIE DI GIOVANNI OLIVIERI. LA STORIA DEL BORGO DELLA CERAMICA IN MOSTRA FINO AL 7 SETTEMBRE

 

Domenica 3 agosto alle ore 18 l’inaugurazione a Castelli, nella sala espositiva dell’Hotel Art’è, la mostra visitabile tutti i giornI, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19

 

            Castelli, 1 agosto 2014 – Sarà inaugurata domenica 3 agosto, alle ore 18:00, nella sala espositiva dell’hotel Art’è a Castelli (via Concezio Rosa 6) la mostra “ConSEQUENZE – Castelli attraverso le fotografie di Giovanni Olivieri” a cura di Diego Troiano. La mostra – organizzata dalla Pro-Loco di Castelli e da Castelli Centro di ricerca per la storia della ceramica italiana – sarà visitabile tutti i giorni, fino al 7 settembre, dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 con ingresso gratuito.

La mostra rende preziosa testimonianza del suo lavoro e dei suoi scatti, affettuosi e sapienti, con i quali ha documentato la vita delle botteghe artigiane, gli avvenimenti pubblici e storici, i paesaggi montani, la vita rurale, i volti e i personaggi della memoria di Castelli. La mostra raccoglie le immagini di momenti, riti e tradizioni della comunità castellana, tra questi la trebbiatura del grano, la processione del Corpus Domini, la scuola rurale, la costruzione del muraglione al Giardino di Palazzo Rosa e la benedizione e la ricollocazione della campana della chiesa madre.

            “Non so dove l’abbia imparato o visto, ma è stato il primo a prendere il suo apparecchio fotografico, uscire e riprendere, come in un documentario scientifico, un atto creativo finalizzato alla conoscenza, tutto il ciclo della lavorazione ceramica” spiega il curatore della mostra Diego Troiano “lo stile di queste sequenze è quello documentaristico realizzato attraverso una serie di fotografie, scattate di seguito, atte sia a testimoniare l’avvenimento sia ad informare chi le guarda. A ciò si aggiunge anche l’intenzione  di testimoniare mestieri che, col passar degli anni, andavano scomparendo, come il caso della sequenza della trebbiatura dove si sofferma sulla concia del grano, sui cesti di paglia, sui sacchi pieni di frumento, sul pranzo con i maccheroni, sulle donne con le conche d’acqua fresca e su un cane che dorme”.

 

Biografia di Giovanni Olivieri a cura di Giovanna Rosa

 

Nato a Castelli il 29 aprile 1898 e penultimo di 8 figli, Giovanni ereditò dal padre, Beniamino Olivieri ideatore e fondatore della “Scuola d’Arte per la ceramica”, l’amore incondizionato per la sua terra e la sua gente,  la tenacia nel perseguire obiettivi di interesse generale, l’apertura mentale per intravedere il futuro oltre l’immediato ed il contingente, la signorilità disinteressata  ed umile degli uomini che in concreto fecero la storia di Castelli.

Diplomato agrimensore presso l’istituto tecnico  per geometri “V. Comi” di Teramo, partì a soli 19 anni per la prima guerra mondiale, durante la quale fu ferito e fatto prigioniero.

Richiamato per la seconda guerra mondiale fu inviato in Albania .

La sua vita trascorse quasi interamente a Castelli dove alternò periodi di ricerca e di studio, prevalentemente sui fenomeni di artigianato e di impresa, a periodi di impegno e di realizzazioni.

Attorno agli anni 1922-23 visse le vicissitudini della SIMAC a cui dette un valido apporto con la creazione della Società per l’Energia Elettrica che portò anche l’illuminazione a Castelli e nel circondario.

Nel secondo dopoguerra esplicò il suo impegno collaborando con L’Ente Nazionale Artigianato e Piccola Industria (E.N.A.P.I.) allora particolarmente presente ed attiva sul territorio provinciale.

Attorno agli anni ’60 fu a fianco del dott. Emilio Rosa nella ideazione e realizzazione del Centro Ceramico Castellano e dell’annessa Bottega Pilota.

Furono anni di intenso lavoro e di vive speranze perché parve allora, e se ne ebbero per più anni prove tangibili,  che con un’azione incisiva  ed attenta si potesse riportare Castelli agli splendori ormai dimenticati ma vivi nel passato.

Fino agli ultimi giorni continuò con lucida passione a raccogliere testimonianze e animare proposte per il suo paese.

Grande cultore di fotografia, rivolse anche questa sua passione all’amata Castelli e la mostra ne rende preziosa testimonianza.

Grazie ai suoi scatti affettuosi e sapienti le botteghe artigiane, gli avvenimenti pubblici e storici, i paesaggi montani, la vita rurale, i volti e i personaggi tornano a rivivere, ad emozionarci e a farci apprezzare una volta di più il grande valore della memoria.