La vicenda di Pascoli, nellintelligente lettura che sincontra in
questo libro, è il tentativo di ridestare la coscienza delluomo sul
proprio destino e sui limiti del proprio presente, in nome di una profonda
visione della storia e della vita e nel proposito di riconquistare ai
singoli un diritto di innocenza che le teorie fin de siècle escludono e
rendono persino impossibile.
Sicché Pascoli, di fronte alla crisi delletà sua, non indica un
modello di eroismo o di dominio, come altri, ma addita il mondo del
possibile, la volontà di ripristinare una relazione più congrua e più
persuasiva fra luomo e i fatti della storia civile e sociale, e si fa
promotore di un recupero pieno della natura, dove sincontrano non solo
individui umili (contadini, gente di fatica, persone danima e di sudore),
ma significativamente un gran numero di animali: volatili e
quadrupedi, pennuti e bestie da soma, selvaggina e rettili, mammiferi da
stalla e da cortile, con un particolare rilievo arrecato ai cani, dei
quali Pascoli amava contornarsi a Castelvecchio e nelle altre sue dimore;
per questo, non si può oggi leggere o rileggere Pascoli ignorando il
ruolo pregnante che egli riconosce agli animali o la densa lezione che da
essi può venire.
Maria Cristina Solfanelli risiede a Chieti, dove è nata nel 1991. Ha
conseguito, presso lAteneo teatino, la laurea in «Letteratura, filologia
e linguistica del mondo medievale e moderno» e attualmente frequenta,
nella stessa Università, il corso magistrale in «Filologia, linguistica e
tradizioni letterarie».
Ha grande passione per la musica e da alcuni anni studia il canto
lirico, che esercita in qualità di soprano e che le è valso il pieno
riconoscimento in numerosi e prestigiosi concorsi canori.
Si esibisce nel duo musicale “Piano e Soprano Musicians” con
il pianista M. Yuri Sablone e si è distinta finora nellesecuzione, fra
laltro, delle romanze di F.P. Tosti e delle arie tratte dalle opere di
W.A. Mozart.