Sto seguendo con molto interesse lo scambio di accuse che in questi giorni stanno avvenendo sulla stampa locale in ordine ai noti fatti legati al vero e proprio scandalo rappresentato dalla vicenda che, fino a un paio di anni fa, ha interessato Cirsu-Sogesa.
In particolare sono rimasto piuttosto perplesso nel leggere le pesanti dichiarazioni del Prof. Luciano D’Amico, Presidente del Cirsu dall’Aprile all’Agosto 2008 e poi consulente della medesima società fino all’Aprile 2010.
La prima cosa che ho pensato è stato il motivo per il quale il Prof. D’Amico non abbia immediatamente informato all’epoca della situazione gli organi delle società, i Comuni soci e le altre autorità preposte, (se da rilevare anche in sede penale), relativamente alle poste fittizie e alla situazione patrimoniale gonfiata negli anni precedenti che lui ha affermato di aver trovato.
Inoltre, sull’intera vicenda legata a Cirsu-Sogesa, potrebbe essere sicuramente utile per un chiarimento leggere il ricorso cautelare inoltrato alla magistratura dagli attuali amministratori a tutela del pubblico interesse, ricorso che punta al risarcimento del danno – visto che ormai un’eventuale azione penale sembra sia già prescritta – da parte di alcuni dei precedenti amministratori, in cui si evidenzia come la discarica del Cirsu sarebbe stata chiusa nell’agosto del 2009 perché esaurita mentre invece l’Arta, nel Dicembre del 2012, ha accertato a seguito di un rilievo una volumetria ancora disponibile pari a 30.000 mc. !
Inoltre, sempre nel ricorso, si evidenzia il ripetuto fermo degli impianti nel periodo intercorrente tra Settembre 2008 e Agosto 2009 quando i rifiuti sono stati conferiti in discariche di privati con un gravissimo aggravio di costi per tutti i Comuni del consorzio.
Un altro aspetto evidenziato del predetto ricorso riguarda la parte relativa all’ingresso del privato in Sogesa che sarebbe avvenuto in violazione della normativa in materia di evidenza pubblica attraverso una semplice compravendita di azioni senza alcuna procedura di gara.
Questi fatti, se accertati dagli organi competenti, potrebbero portare qualcuno a pensare che ci sia stato un vero e proprio disegno strategico per affossare il consorzio pubblico magari per favorire dei privati.
Però, mentre eventuali responsabilità personali e patrimoniali se esistenti verranno accertate dagli organi competenti, il responsabile politico di tutto ciò che in passato è accaduto nel disastro Cirsu-Sogesa, esiste già ed è facilmente individuabile: si chiama PCI-PDS-DS-PD.
Un partito che, attraverso propri uomini, ha ininterrottamente gestito e monopolizzato quello che sarebbe potuto diventare un colosso del centro-sud nel settore dei rifiuti e che, invece, ha fatto la misera fine che tutti conosciamo. E pensare che in questi anni i cittadini dei comuni consorziati, a partire da quelli di Roseto, avrebbero potuto essere esentati o comunque vedere notevolmente ridotta la tassa sui rifiuti anche grazie agli utili che si sarebbero potuti realizzare grazie al consorzio come avviene in ogni parte d’Italia sia nel pubblico che nel privato.
L’augurio è che gli attuali organi amministrativi e di controllo svolgano al meglio il mandato che è stato loro affidato dai Comuni soci per risolvere i tanti problemi sul tappeto, continuando l’esperienza pubblica, una decisione assunta personalmente dopo un’approfondita riflessione e controvoglia ma fatta per puro senso di responsabilità in modo da evitare che ulteriori danni potessero ricadere, come al solito, su cittadini incolpevoli e per lo più ignari di queste tristi vicende.
Roseto degli Abruzzi, lì 06/09/2014 Antonio Norante
Capogruppo PdL – Comune di Roseto