Chieti. Un seminario all’università “G. D’Annunzio” di Chieti e uno spettacolo a Pescara accompagnano l’arrivo del maestro Jurij Alschitz
Due importanti iniziative affiancheranno il workshop “L’attore come autore del ruolo”, a cura del regista Jurij Alschitz, che si terrà dal 20 al 25 ottobre presso il Centro di Pedagogia, Formazione e Ricerca Teatrale DDT (in via Sacco n. 72 a Pescara), che presenta caratteri altamente innovativi sia dal punto di vista metodologico, sia per la sua struttura: una villa singola con 900 metri di giardino i cui spazi – sia interni che esterni – sono stati curati nei minimi dettagli al fine di restituire ai visitatori un senso di accoglienza empatica, tipica dell’edificio teatrale.
Il 22 ottobre alle ore 15.00 infatti il professore russo e la dott.ssa Serenella Di Michele condurranno presso l’Auditorium del rettorato dell’università G. D’Annunzio (Chieti) il seminario di studi “La pedagogia teatrale dentro e fuori lo spazio scenico”, con un doppio intervento: il primo condotto da Alschitz dal titolo “XXI secolo: il nuovo volto dell’insegnante di teatro”, e il secondo a cura del direttore artistico del centro di pedagogia teatrale DDT Serenella Di Michele sul tema “Pedagogia Teatrale e Intelligenza Emotiva”, in un dibattito – quarto di una serie di studi in questa direzione – atto ad indagare lo strumento della Pedagogia Teatrale nei due ambiti artistico-culturale e pedagogico-formativo.
Alle ore 21.15 dello stesso giorno presso il Centro di Pedagogia sarà possibile assistere allo spettacolo “La tentazione di esistere” (regia di Serenella Di Michele), un libero adattamento dei testi filosofici di Emil Cioran la cui riflessione ha come fulcro il vuoto che affligge l’uomo contemporaneo. Una rappresentazione interattiva nata da un laboratorio annuale di ricerca e sperimentazione volto a tradurre il linguaggio filosofico – per sua natura strettamente teoretico -in linguaggio scenico. L’evento teatrale si presenta pertanto come risultato dell’armonica mescolanza della potenza evocativa del linguaggio corporeo con la forza e la liricità del verbo filosofico e, abbattendo i confini convenzionali dello spazio scenico, catapulterà il pubblico all’interno dell’azione emozionale denudata dai canoni tradizionalistici, in una sistematica scomposizione di ogni concetto precostituito che ben si accorda ai consigli di Alschitz: distruggere per costruire. Poiché i posti sono limitati, è gradita la prenotazione. È previsto un contributo a sostegno dei progetti di Didattica Teatrale di euro dieci.