I magistrati che hanno disposto e confermato il sequestro di tutti gli animali dei circhi Martin Show e Krones, attendati in Sardegna, il Corpo forestale dello Stato e la Lav che ne stanno curando il trasferimento in strutture adeguate “meritano la riconoscenza di tutti coloro – la stragrande maggioranza degli italiani – che non sopportano più la degradazione, l’umiliazione e la sofferenza cui esseri viventi sono sottoposti sotto i tendoni dei circhi”. Lo dice – commentando a nome della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente la più grande operazione di salvataggio di animali da circhi che si ricordi – l’on. Michela Vittoria Brambilla, firmataria di una proposta di legge (AC454) per vietare l’utilizzazione di animali in circhi, mostre e spettacoli viaggianti e sostenere l’arte circense contemporanea, senza animali. “Il Parlamento – sottolinea – dia almeno l’impressione di ascoltare la voce del Paese ed avvii finalmente una discussione nel merito”.
Stima la Lav che nei circhi italiani vegetino circa duemila animali, tra cui oltre duecento grandi felini, cinquanta elefanti, venti ippopotami, venti mammiferi marini, nove rinoceronti, per non parlare di cammelli, dromedari, bovidi ed equidi, spesso costretti in spazi angusti e in condizioni non compatibili con le loro esigenze etologiche, sottoposti allo stress di viaggi interminabili e umiliati – dopo un doloroso addestramento – per dilettare il pubblico pagante (fortunatamente sempre meno attratto da simili spettacoli).
“La mia proposta – ricorda l’on. Brambilla – riconosce la funzione sociale, ricreativa, culturale e pedagogica del circo quando l’attività si basa unicamente sul contributo e la valorizzazione artistica dell’uomo. Vieta invece a tutte le imprese circensi e dello spettacolo, italiane o straniere attive sul nostro territorio l’allevamento, la detenzione, l’addestramento e l’impiego di animali a scopo di lucro e per l’esposizione o lo svolgimento di attività di intrattenimento. Detta norme per facilitare la dismissione e la tutela degli animali, indica l’esercizio di attività senza animali come criterio preferenziale per l’erogazione di contributi pubblici ai circhi e consente ai Comuni, superando una norma vecchia di quasi mezzo secolo, di vietare spettacoli ed esposizioni con esseri viventi. Anche la sensibilità mostrata dalla magistratura, sempre più attenta al tema del maltrattamento e della detenzione degli animali in condizioni incompatibili con le loro esigenze ecologiche, dovrebbe spronare il Parlamento a superare una lunga fase di inerzia e di subordinazione agli interessi di piccolissime ma rumorosissime lobby”.
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