Teramo e Provincia

Teramo. Provincia: proposta delle Linee Programmatiche del mandato politico-amministrativo del Presidente Domenico Di Sabatino

 

 

  1. 1.      La Casa dei Comuni.

            Prima ancora di ogni altra considerazione è indispensabile spiegare ai cittadini, ai quali negli ultimi due anni è stato trasferito il messaggio che “le province sono state abolite”, chi siamo, cosa andiamo a fare e cosa rappresenta questo “Nuovo Ente” che viene fuori da una riforma sicuramente frettolosa e pasticciata. Le Province, comunque le si chiami non sono state abolite; e questo perché al momento non ci sono chiari indirizzi su come gestire le funzioni di area vasta -strade provinciali, territorio, fiumi, ambiente – che peraltro né i Comuni, né le Regioni in questo momento sono nelle condizioni di prendere in carico.

Altro elemento dal quale non potremo prescindere è quello dei trasferimenti: la bozza di Finanziaria prevede che dalle Province, in tre anni, debbano arrivare 6 miliardi di risparmi che per noi si traduce in un taglio netto  di circa 5  milioni e 400 mila nel 2015; nel 2014 abbiamo già contribuito con un taglio di 2 milioni e mezzo. Con il bilancio attuale e l’attuale organigramma funzionale questo taglio comporterebbe il dissesto finanziario.

Mi pare evidente che è necessario ragionare sin da subito sui settori che non sono di nostra competenza ma per i quali continuiamo ad affrontare spese, servizi e personale. Su questo siamo impegnati sia come UPI che come Upa regionale.

Chiariti questo aspetti e volendo cogliere la prospettiva di questa riforma siamo comunque di fronte a una nuova opportunità e ad un importante nuovo ruolo che la riforma, combinata con quella degli enti locali,  conferisce ai Comuni: veri protagonisti nello scenario funzionale di questo nuovo Ente.

Le amministrazioni comunali, alle prese con una dissanguante “spending review”, e con poco personale alle prese con servizi diretti di enorme incidenza pubblica, possono finalmente mettere insieme le forze e sedersi attorno a un unico tavolo per affrontare, e risolvere, annose questioni, ridotte spesso a paralisi da un frustrante quanto miope approccio campanilistico.

La forza della nuova Provincia sarà tutta qui, se sarà compresa diventerà la leva per conferire una grande autorevolezza al Teramano, che ne ha più che mai bisogno in uno scacchiere regionalistico quanto mai competitivo.

  1. 2.     I servizi a gestione diretta e di front office

Pare doveroso, alla luce di quanto detto, richiamare l’attenzione sulla serie di servizi diretti e di front office che la Provincia gestisce e ciò per due ordini di motivi:   sfatare un luogo comune – molto radicato – e cioè che l’ente non “ha rapporti con il cittadino” e comprendere bene qual è la dimensione della nuova Provincia e quanto vasto è il nostro raggio d’azione. Solo così sapremo organizzarci meglio e offrire un servizio migliore: queste attività sono il biglietto da visita dell’ente, incidono direttamente e immediatamente sulla qualità della vita di cittadini e imprese; al loro buon funzionamento dedicheremo una parte importante delle nostre energie.  Migliaia di cittadini entrano in contatto ogni giorno con l’ente:  noi non sappiamo nulla di loro non mappiamo le loro esigenze, non abbiamo le Carte dei Servizi, non abbiamo servizi on line, con dispendio di costi vivi e personale e notevoli disagi per i cittadini che, non dimentichiamolo, devono recarsi nei nostri uffici da tutta la provincia.

A titolo esemplificativo elenchiamo solo i servizi relativi alle funzioni che la Legge 56 del 2014 fa rimanere in capo alle Province:

Ambiente: un lungo “pacchetto” di attività a sportello con rilascio di autorizzazioni ambientali (che prevedono istruttoria di concerto con altri enti, Conferenze di servizi sopralluoghi, verifiche)  rilascio Autorizzazione unica ambientale (utenza: impresa e cittadini) ACCESSI ANNUALI SERVIZI 500 Istruttorie pratiche Acque reflue domestiche e industriali (utenza: impresa e cittadini) ACCESSI ANNUALI SERVIZI 300 Istruttorie pratiche inerenti l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera (utenza: impresa e cittadini) ACCESSI ANNUALI SERVIZI 200

Concessioni: utilizzo suolo e sottosuolo provinciali  (utenza: imprese e cittadini ACCESSI ANNUALI AL SERVIZIO 309; occupazioni di suolo pubblico provinciale (utenza: cittadini)  ACCESSI ANNUALI AL SERVIZIO 22.000

Uma:  benefici economici a sportello, procedimenti, controlli e erogazioni. (utenza: cittadini) ACCESSI ANNUALI AL SERVIZIO 6000

Trasporti: sportelli autorizzazione e esami di capacità professionale autotrasportoc/terzi; autostrasporto pubblico; autoscuole; agenzie pratiche automobilistiche , autorizzazione imprese di revisione (utenza: cittadini e privati) ACCESSI ANNUALI AL SERVIZIO 3000

Genio Civile: attività di istruttoria e controllo, ai fini della prevenzione del rischio sismico e del rispetto della normativa antisismica, dei progetti edilizi dell’intera Provincia (utenza: imprese, professionisti, privati cittadini e pubbliche amministrazioni)  ACCESSI ANNUALI AL SERVIZIO 1.200

Trasporti: rilascio agenzie partiche auto; officine di revisione, Autoscuole, licenza c/terzi, licenza c/proprio (utenza: imprese e cittadini) ACCESSI ANNUALI AI SERVIZI 3120

Agena: Gestione controllo caldaie. Banca dati utenza 115.mila impianti termici (tranne comune di Teramo) controlli su circa 30 mila utenze l’anno (utenza: privati)

Caccia: Rilascio e ritiro dei tesserini venatori regionali (utenza: cittadini) ACCESSI ANNUALI AI SERVIZI 2.900 danni causati dalla fauna selvatica (utenza: aziende agricole) ACCESSI ANNUALI AI SERVIZI 450 Rilascio abilitazione all’esercizio venatorio (utenza: privati) ACCESSI ANNUALI AI SERVIZI 50 Rilascio autorizzazione all’addestramento e allenamento cani nelle Aree Cinofile (utenza: privati) ACCESSI ANNUALI AI SERVIZI 320

Pesca: Rilascio e rinnovo licenze di pesca (utenza: cittadini) ACCESSI ANNUALI AI SERVIZI 330

Funghi: Rilascio e rinnovo tesserini di autorizzazione alla raccolta dei funghi epigei spontanei in Abruzzo (utenza: cittadini) ACCESSI ANNUALI AI SERVIZI 720

Relazioni Industrali: cassa integrazione in deroga, cassa integrazione straordinaria, esame situazione aziendale, cassa integrazione speciale, procedure di mobilità: (utenza: sindacati, lavoratori, impresa e studi commerciali al 30 settembre 908 esami congiunti con verbale finale)

Ribadendo che l’elenco non comprende quelle attività a sportello sulle funzioni che dovranno essere trasferite ( Centri per l’Impiego, Cultura, Sociale etc etc) è però evidente il ruolo che l’ente svolge e continuerà a svolgere in settori fondamentali della vita del cittadino e di quella dell’impresa e del sistema produttivo.

Sarà quindi obiettivo prioritario dell’amministrazione quello di creare le condizioni organizzative e funzionali per migliorare questi servizi, migliorare i tempi di risposta al cittadino, semplificare passaggi e procedure attraverso adeguati investimenti sugli strumenti tecnologici, con interventi sulla dotazione organica, con la formazione del personale.

 

  1. 3.     La Provincia Stazione Appaltante dei Comuni

La riforma “Del Rio” consegna al nuovo Ente Provincia una funzione molto significativa: quella di stazione appaltante; d’intesa con i Comuni la Provincia quindi potrà esercitare una vera e propria “governance” degli investimenti, dei Progetti comunitari e dei servizi di rilevanza economica (questi ultimi oggi spesso non vantaggiosamente esercitati da sovraorganismi o agenzie operanti in ambito provinciale o subprovinciale)

Il punto nodale consiste dunque nella piena presa di coscienza da parte di tutti che la Nuova provincia di Teramo non sarà più ente intermedio tra Regione e Comune, bensì “la casa dei Comuni”, ossia il luogo in cui troveranno elaborazione, sintesi e risoluzione le esigenze e i bisogni che oggi provengono dal territorio, e rispetto ai quali la dimensione comunale non è più in grado di dare, da sola, risposte risolutive. 

  1. 4.     Una razionale e gestione e manutenzione della rete viaria

È esperienza comune e quotidiana di ogni teramano la condizione divenuta davvero insostenibile della rete viaria provinciale.

Né l’impresa, né il turismo, né la qualità della vita dei cittadini potranno essere rilanciate se non si affronta in maniera decisa e netta la questione nodale della mobilità, cioè anzitutto del risanamento della rete viaria provinciale.

Da dieci anni né la Regione né lo Stato hanno mantenuto i loro impegni sui trasferimenti delle risorse per la manutenzione ordinaria e straordinaria; la farraginosità e la lentezza degli iter procedurali e progettuali, l’assenza di un’autorevole “governance” degli investimenti, hanno fatto il resto.

La nuova Provincia vanta numerosi crediti verso gli enti sovraordinati: insieme con i Comuni la prima azione sarà quella di aprire una vertenza per farsi restituire quanto dovuto, e di studiare una razionale suddivisione del territorio provinciale per aree d’intervento, in maniera da procedere secondo priorità e con certezze determinate.

Non dovrà più accadere che interventi e finanziamenti vengano realizzati sulla base di scorciatoie opportunistiche o accordi di parte; abbiamo la possibilità di creare un unico grande team di progettazione che includa e armonizzi le risorse professionali della Provincia e quelle dei Comuni in maniera da eliminare tutte le lentezze e gli ostacoli che oggi rendono insopportabilmente lunghi e tortuosi tempi e iter dalla programmazione alla realizzazione degli interventi. A questo socpo non è più rinviabile la gestione informatica del catasto delle strade: unico strumento per garantire una gestione oculata, tracciabile e trasparente dei finanziamenti.

Stesso discorso di cooperazione andrà fatto per la manutenzione delle strade. Comuni e Provincia potranno far confluire e unire le forze in un’unica squadra tecnica di manutenzione, che potrà avvalersi di un parco automezzi da mettere a disposizione delle Amministrazioni Comunali.

4.  Ambiente

Il Settore Ambiente della Provincia di Teramo ha ottenuto in questi anni importanti risultati, grazie anche alla collaborazione e dei Comuni. Come abbiamo visto, oltre ai progetti, gestisce un pacchetto molto significativo di servizi diretti all’utenza.

Di contro, permane da anni uno dei problemi che più incidono nella vita dei cittadini, sia a livello di costi che di sostenibilità ambientatale: quello della gestione del ciclo dei rifiuti.

Non esiste l’autonomia impiantistica; e pur a fronte di un alto livello di raccolta differenziata, che peraltro facciamo pagare assai salatamente ai cittadini, continuiamo a trasportare i rifiuti fuori provincia e fuori regione; un fattore, questo, che incide pesantemente sul reddito complessivo sulla comunità teramana e sugli indicatori di occupazione.

Dal 2006 milioni di euro vanno altrove, e sono di fatto sottratti alle nostre risorse: sfida ineludibile della nuova Provincia sarà unire tutti i Comuni per far ripartire un virtuoso ciclo di gestione dei rifiuti, mirando all’autosufficienza degli impianti di trattamento e smaltimento all’interno del territorio provinciale.

Le funzioni della Provincia in materia di rifiuti sono disciplinate all’articolo 5 della legge regionale n.45 del 19.12.2007 che possiamo così sintetizzare:

  •  Controllo, verifica e bonifica dei siti
  • Vigilanza e controllo su tutta l’attività di gestione dei rifiuti ( coadiuvata dall’ARTA)
  • Osservatorio provinciale dei  rifiuti
  • Rilascio autorizzazione unica dei nuovi impianti di smaltimento riciclaggio e di stoccaggio
  • Disciplina del tributo speciale

La legge regionale n.36 del 2013 ha modificato la legge n.45 sostituendo le Autorità D’ambito provinciali con l’ AGIR: in sostanza il piano d’ambito ottimale per la gestione dei rifiuti non è più il territorio provinciale  ma l’intera Regione. L’ AGIR( autorità per la gestione integrata dei rifiuti) sarà composta  da tutti i comuni dell’ATO Abruzzo e  avrà un direttore, un consiglio direttivo, e un revisore unico dei conti. Compito dell’AGIR sarà l’affidamento unico del servizio e la gestione del contratto di servizio. I comuni avrebbero dovuto già deliberare l’adesione all’ AGIR.

Altro aspetto importante: Le Province hanno sottoscritto il  03 maggio del 2013 un accordo di programma con la Regione Abruzzo affinché collaborino per la realizzazione del PAR FSC 2007-2013 OBIETTIVO DI SERVIZIO-RIFIUTI- SISTEMA IMPIANTISTICO REGIONALE DI TRATTAMENTO-RIUSO/RECUPERO. Tale linea d’azione ha un finanziamento di € 7.840.000 (revamping impianto di compostaggio, digestore anaerobico, piattaforma tpo A del Cirsu, piattaforma tipo A Mote,  piattaforma tipo B Sant’Omero;   centri raccolta-riuso a.adriatica, tortoreto, roseto, silvi, castiglione, teramo, civitella, pineto -atri e sant’omero, giulianova).

Il compito che ci attende, quindi, è quello di rendere concretamente operativo, il nostro obiettivo sarà quello di vedere avviato l’intero ciclo di gestione e smaltimento entro il 2015.

Altro nodo, e altro paradosso: la Provincia abruzzese più ricca d’acqua soffre di un grave problema idrico, dalla montagna alla costa.

Lavorando con applicazione su questo fronte, all’interno del quale peraltro esistono ampi spazi di miglioramento e di razionalizzazione rispetto a costi di gestione sproporzionati e reti di distribuzione non più adeguate, potremmo ribaltare una situazione che oggi è incomprensibile e inaccettabile.

Sugli ambiti fluviali va immediatamente superata la schizofrenica gestione imposta dal modello attuale, che prevede che sullo stesso ambito intervengano più soggetti istituzionali con competenze frammentate e sovente conflittuali, a tutto discapito di interventi veloci, efficienti e razionali.

Infine ma non da ultimo, tutto il settore Energia. Paride e Patto dei Sindaci per continuare a lavore sulla diffusione delle fonti rinnovabili, sulla mobilità sostenibile, sull’efficientamento energetico. Sarà uno dei settori dove dovremo sviluppare una decisa progettazione comunitaria non per progetti pilota ma per finanziare avviando e completamento la prima rete di ricariche per automobili elettriche, progetto già finanziato dal Ministero dell’Ambiente.

5. Scuola

Nonostante le difficoltà, abbiamo il patrimonio scolastico più importante e  moderno d’Abruzzo: 27 istituti suddivisi in 8 poli scolastici.

Ma una irrazionale gestione di questo  patrimonio non ha tenuto conto, negli anni, dei profondi mutamenti intervenuti sulle iscrizioni, ciò ha determinato costi di gestione sui quali esiste un margine di , di manutenzione, di spese energetiche, a discapito di risorse che potevano essere utilizzate per salvaguardare e implementare i servizi degli studenti.

Andrà dunque messo in pista un razionale piano di riorganizzazione, accorpando laddove è necessario, e mettendo in comune – laddove è possibile – strutture di servizio e strutture amministrative.

Quello che fino a oggi non è stato fatto anche per il mancato accordo fra territori, oggi può trovare soluzione nel tavolo comune della nuova Provincia.

 

6. Trasporti

Sul sistema di trasporto pubblico la Regione Abruzzo registra un forte ritardo, sia strutturale che gestionale. E’ mancata, in termini di rappresentanza istituzionale, la partecipazione propositiva della Provincia sulla pianificazione dei servizi di trasporto publico; esistono interi territori  che non hanno nessun collegamento con i centri comunali di erogazione di servizi ( scuole, ospedali, poste….).

Da anni la Regione Abruzzo procede per proroghe e viene rinviata la procedura di gara per la gestione integrata del trasporto pubblico.  La Provincia di Teramo, con la rete stradale più lunga d’Abruzzo e suoi 47 Comuni metà dei quali dislocate in aree interne vive con particolare disagio questa situazione.  L’ente non ha competenza ma attraverso un lavoro di condivione con tutti gli stakeholder si è dotata di una piano di bacino che studia soluzioni ottimali. Da quello bisogna ripartire per dialogare con la Regione.

Così come per altri tipi di servizi pubblici economici, la nuova Provincia potrà  vericare la possibilità di mettere in sinergia tutto il sistema di trasporto scolastico comunale, attraverso una unica gara per tutti i Comuni che vorranno partecipare unitariamente all’affidamento del servizio.

  1. 7.      Pianificazione e programmazione

Da molti anni la Provincia è impegnata in un processo di pianificazione e programmazione territoriale all’interno del quale armonizzare gli strumenti comunali e le recenti modifiche normative, sia statali che regionali, vanno nel senso di privilegiare la pianificazione vasta rispetto a quella comunale. La provincia, intesa come territorio, è solo lo snodo di politiche regionali, transfrontaliere ed europee.

Coerentemente, la Provincia dovrà svolgere un ruolo fondamentale per passare dalla logica della pianificazione a quella dell’attuazione.  In passato Provincia e Unioni di Comuni hanno predisposto diversi piani strategici che non hanno mai superato la fase dell’elaborazione. Con questa amministrazione dobbiamo superare questa fase e passare a quella concreta attuazione di quanto previsto, utilizzando gli strumenti adottati, come la variante al PTP (che ha già previsto regole e strumenti per la riduzione del consumo di suolo, per la salvaguardia e il rilancio delle aree agricole, per la riconversione industriale, per i contratti di fiume etc etc) per progettare azioni e cercare risorse. Ed è chiaro, in questo senso, che il concetto di “pianificazione e programmazione territoriale” deve uscire dal mero ambito urbanistico e dovrà  racchiudere in un’unica visione strategica: pianificazione territoriale, ambiente, attività produttive svluppo economico, politiche comunitarie.

Una politica reattiva, invece che proattiva, ci ha portato al disastro che tutti vediamo nell’uso dei fondi comunitari: è necessario cambiare verso e partire dalla visione strategica per arrivare ai progetti.

La progettazione e la partecipazione ai bandi comunitari dovrà partire dalle esigenze che vengono preventivamente rappresentate dal basso e sintetizzate dall’amministrazione, con attività che hanno reali ricadute sui territori e sui cittadini  per evitare che risorse comunitarie, soldi nostri, vengano spesi in azioni generiche che non hanno una rilevanza strategica, sprecando, di fatto, risorse finanziarie e professionali che andrebbero più razionalmente impiegate.

  1. 8.      Lavoro Sociale e Cultura

Sono deleghe e competenze che secondo la legge Del Rio la Provincia non gestirà più; di fatto però non sono ancora state destinate ad altri Enti.

I centri per l’impiego secondo il Jobs-Act torneranno alle Regioni, mentre sociale e cultura dovrebbero essere gestite direttamente dai Comuni. Il rischio in questa fase di  incertezza è che ci si trovi senza un’agenda che definisca con chiarezza tempi e modalità dei trasferimenti e che la Provincia debba continuare a far fronte a servizi che sono di fatto depotenziati dalla mancanza di risorse (quelle che il Governo già non ci trasferisce più). E’ chiaro che questi passaggi avranno bisogno di una specifica attenzione: pensiamo al trasporto disabili, ad esempio, servizio di livello essenziale oggi senza risorse. Sarà compito della nuova Provincia monitorare attentamente questa fase di transizione per evitare che si dilatino i tempi delle scelte. Priorità assoluta per la sorte dell’enorme e autorevole patrimonio rappresentato dalle istituzioni culturali gestito direttamente, come nel caso della Biblioteca Delfico, o sostenuto indirettamente – Musei, Istituto Braga etc etc – che da troppo tempo vivono una situazione di totale e insopportabile incertezza. In ogni caso, ai fini della valorizzazione di tutto il patrimonio storico e culturale esistente, la Provincia lavorerà per mettere in rete le strutture gestite dai singoli Comuni.

Per quanto riguarda lo specifico settore Lavoro, anche alla luce della drammatica condizione occupazionale e della difficile congiuntura imprenditoriale, è chiaro che si impone un’attenzione politica ed istituzionale straordinaria che va al di là delle deleghe di settore. Pertanto le Relazioni Industriali e le Aree di Crisi saranno seguite direttamente dalla Presidenza almeno fino a quando non ci saranno disposizioni dverse da parte del Governo.

  1. 9.      Sanità

L’Ente non ha competenze dirette, ma ce l’hanno i Sindaci.  La Provincia, quindi,  ha il dovere di interessarsi degli indirizzi generali della politica sanitaria.

La provincia di Teramo potrebbe essere il luogo dove  finalmente superare quelle barriere territoriali  che nel corso degli anni si sono rivelate perdenti, rilanciando l’idea di un’unica Azienda Sanitaria provinciale strutturata sui quattro plessi di Teramo, S.Omero, Giulianova e Atri, ciascuno con le proprie eccellenze e specificità.  Accanto ad essa andrà perorata e difesa l’istituzione di una indispensabile rete di servizi territoriali: unica vera soluzione ai costi impropri di una eccessiva ospedalizzazione.

 

10. L’Ente Provincia

L’organizzazione dell’Ente Provincia, così come accade per tutta la pubblica amministrazione italiana, è chiamata a un salto di qualità nel segno dell’innovazione e della razionalizzazione dei costi.

Un risultato che può essere raggiunto non attraverso tagli lineari ma solo attraverso la formazione e la riqualificazione del personale,  la riorganizzazione dei settori sulla base dei nuovi compiti provinciali: la natura di stazione di appaltante unica e il supporto amministrativo, progettuale e programmatorio alle amministrazioni comunali. Un processo di qualificazione che non può che passare, recuperando il tempo perduto, attraverso la digitalizzazione dell’Ente e dei servizi, e la messa in rete con tutte le amministrazioni locali.

In questo contesto i settori andranno  necessariamente riorganizzati e accorpati, applicando alla dirigenza i criteri previsti dalla legge – e fra questi quello della rotazione -, prevedendo  meccanismi premianti unicamente collegati ai risultati effettivamente raggiunti.         In un quadro di costante riduzione delle risorse trasferite agli Enti Locali bisognerà poi affrontare il problema dei costi complessivi del personale, recuperando risorse sulle figure apicali e lavorando, anche in vista della riduzione dei settori, sull’istituzione di macro-aree dirigenziali. Inoltre bisognerà definire un’agenda stringente per una  verifica sulle partecipate – costi, funzioni, servizi – e sulla congruenza della permanenza dell’ente alla luce della riforma.

La nuova pubblica amministrazione, così come ci viene  consegnata dalle recenti riforme e dalle istanze pressanti dei cittadini, non potrà che essere fondata sull’aumento della complessiva produttività dell’Ente, che andrà raggiunta con un’organizzazione interna più equa, più solidale e più motivata.

Organizzazione e  risorse per il personale  saranno quindi  determinati sulla base dei progetti che migliorano la vita dei cittadini e non più sottomesse a una vecchia logica, non più funzionale, autoreferenziale e burocratica.

Sotto il profilo finanziario, fermo restando l’impegno prioritario di cercare e trovare fonti di finanziamento,   sarà ineludibile la razionalizzazione  del consistente patrimonio immobiliare al fine di ridurre le spese per affitti  e utenze e la dismissione delle strutture non più funzionali alle competenze dell’Ente.

 

11.  L’Agenda Digitale e la trasparenza per un ente aperto e funzionale

Insieme a partecipazione e collaborazione, parole d’ordine dell’Open Government, la trasparenza è un requisito essenziale per realizzare quella profonda innovazione istituzionale, organizzativa e tecnologica della PA, necessaria oggi per far ripartire il Paese e intraprendere un percorso di crescita.

Trasparenza come banco di prova dell’innovazione istituzionale, per “normalizzare” i rapporti tra cittadini e amministrazione  prima di tutto, ma anche per eliminare le opacità nei finanziamenti pubblici e lo spreco dei privilegi; trasparenza come linea guida dell’innovazione organizzativa, per liberare i dati in forma comprensibile ai cittadini, parametrare costi e benefici, introdurre la cultura della valutazione, del confronto e del merito; trasparenza, infine, come obiettivo dell’innovazione tecnologica, che aiuta la cooperazione tra enti e sistemi e orienta il rilascio dei “dati aperti”.

Le idee, i progetti e le singole iniziative che si sono sviluppate in questi anni sul tema della Pubblica Amministrazione devono essere collocate all’interno di una strategia di sviluppo territoriale chiara e di un quadro tecnologico coerente.

Gli obiettivi posti dell’Agenda Digitale Italiana – così come rilanciata e prevista dal Governo – saranno fatti propri dalla Provincia che, quale ente di area vasta, dovrà agire con le modalità dell’open – government, dell’open data, della trasparenza totale.

A questo scopo vanno quindi ri-oerientati i settori dell’ente con adeguata informazione e formazione. L’innovazione costa e richiede investimenti oculati. Ma non perseguirla costa infinitamente di più, sia in termini di  peggioramento della qualità della vita, sia in termini di risparmi di medio periodo e di tagli agli sprechi.

 

Teramo 29  ottobre 2014

 

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