Si è chiuso con un mancato accordo il tentativo di mediazione sulla vertenza Crudi D’Italia, azienda specializzata nella lavorazione di carni suine con uno stabilimento a Colledara.
L’azienda, dopo essersi avvalsa di un periodo di cassa integrazione, è stata ammessa a concordato preventivo con un piano di ristrutturazione pluriennale del debito ed ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per 53 lavoratori.
Questa mattina, al tavolo delle relazioni industriali seguito da Pierluigi Babbicola con l’intervento del presidente Di sabatino, I sindacati hanno manifestato “forte dissenso nei confronti della proprietà che, con questa decisione pone fine ad una ulteriore, importante realtà produttiva in un’area della provincia priva di alternative occupazionali. I sindacati, inoltre, hanno ricordato la indisponibilità dell’Azienda rispetto a specifiche proposte” come quella riguardante: “la possibilità di trasferimento di azienda ad altro soggetto imprenditoriale”. I sindacati, infine avevano proposto un incentivo all’esodo “a parziale ristoro del trauma derivante dalla perdita del posto di lavoro”. Proposte ritenute irricevibili dall’azienda.
“Un mancato accordo che suscita rammarico perché ancora una volta si tratta di aziende che hanno sede e direzione in altre regioni e che, in un momento di crisi, tagliano fuori la realtà produttiva teramana” ha commentato il presidente Di Sabatino
L’azienda era rappresentata da Lina Andrea amministratore delegato, assistita dagli avvocati Antonio Norscia e Luca Petrella, e dalla consulente del lavoro Patrizia Ettorre.
Per i sindacati erano presenti la R.S.U. assistita dai rappresentanti territoriali Corrado Peracchia e Feliciantonio Maurizi, rispettivamente in rappresentanza della FLAI – C.G.I.L. Provinciale di Teramo e FAI – C.I.S.L. Regionale per l’Abruzzo.
Teramo 18 novembre 2014