Cultura & Società

Domenico Giuliotti IL PONTE SUL MONDO Commento alla Messa Edizioni Amicizia Cristiana

La Messa – e non già la Divina Commedia – è il «poema» veramente
«sacro al quale hanno posto mano e cielo e terra». Opera dello Spirito
Santo, di Cristo e della Chiesa, essa incomincia con un Salmo e finisce
con due preghiere di Leone XIII.
L’uomo e l’Uomo. Dio, la Trinità e tutti gli Angeli ne formano
l’argomento. La Consacrazione, che rinnova l’Incarnazione, è il
punto culminante di questo immenso mistero. E il Prete n’è, al tempo
stesso, il taumaturgo e il poeta. A un tratto, inesplicabilmente, per
mezzo della parola sacerdotale, che ripete la parola divina, il pane e il
vino, cambiando natura, diventano Cristo: il Cristo vittima, il Cristo
cibo. Allora, noi in Cristo, offriamo Dio a Dio, e noi con Lui.
Se offrissimo solo noi non offriremmo nulla; ma offriamo noi con Lui;
innestiamo la nostra morte alla Sua Vita e diventiamo viventi.
Prendete e mangiate, questo è il mio Corpo». E noi mangiamo quel pane
che uccide la morte. L’Infinito penetra, così, nel finito; il finito
si dilata, splendendo, nell’Infinito. Il Creatore, riabbassandosi,
eucaristicamente, fino alla creatura, si dà a lei, entra in lei, celebra
con essa le nozze. E il Paradiso è sulla terra, intorno a un piccolo disco
bianco, offerto dalle mani di un uomo che, in quel momento, è più grande
della Regina degli Angeli.
Tale la sintesi della Messa. Il commento che segue si propone di
lumeggiarne ogni parte. La Messa, per moltissimi, immersi
nell’ignoranza religiosa, è come un affresco che altri afferma
prezioso, ma che, agli occhi annebbiati di chi lo guarda, appare tutto
coperto da un fitto strato di polvere.
Ho tentato di dissipare quella nebbia e di far vedere il dipinto. Ma
certamente vi son mal riuscito. Per far ciò ci sarebbe voluto un poeta
santo. Ed io sono un povero balbuziente, a cui l’alito del peccato
appanna il volto di Cristo.

GIULIOTTI Domenico. – Scrittore, nato a San Casciano Val di Pesa il 18
febbraio 1877, morto a Greve in Chianti il 12 gennaio 1956. Nel 1913 fondò
a Siena, con F. Tozzi, una rivista, “La Torre”, che ebbe breve durata.
Esordì con un libro di versi, “Ombre d’un’ombra” (Città di
Castello, 1910), di un inquieto pessimismo; ma passato poi alla fede,
diede al suo cattolicesimo, specie sull’esempio di L. Bloy, un
atteggiamento reazionario, violento, quasi gladiatorio, e le forme della
polemica, della satira e dell’invettiva: in fondo alle cui escandescenze
verbali, però, è ancora spesso il decadente amor sensuale della parola.
Caratteri che, già evidenti nel più noto dei suoi libri, “L’ora di
Barabba” (Firenze 1920), trovano conferma, e solo di rado
attenuazione, nei volumi successivi: “Tizzi e fiamme” (Firenze
1925); “Polvere dell’esilio” (Firenze 1929); “Pensieri di
un malpensante” (Firenze 1936); “Raccontini rossi e neri”
(Firenze 1937); “Nuovi pensieri di un malpensante” (Firenze
1947), ecc. Ricordiamo anche: “Dizionario dell’Omo salvatico”,
in collaborazione con Giovanni Papini, vol. I e unico (Firenze 1923); e la
raccolta delle “Poesie” (Firenze 1932).

Domenico Giuliotti
IL PONTE SUL MONDO
Commento alla Messa
Edizioni Amicizia Cristiana
[ISBN-978-88-89757-56-7]
Pagg. 128 – Euro 11,00

http://www.edizioniamiciziacristiana.it/ilpontesulmondo.htm

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