Cultura & Società

Martinsicuro. Presentazione del libro “Un africano caduto dal cielo” dell’artista nubiano Fathi Hassan (Martinsicuro, 7 novembre 2014, ore 21:00)

Inaugurazione della collana d’arte Fili d’erba – Di Felice Edizioni
Presentazione primo volume
“Un africano caduto dal cielo” di Fathi Hassan

Venerdì 7 novembre, ore 21
Sala Consiliare del Comune di Martinsicuro (TE)

Venerdì 7 novembre, alle ore 21, nella sala consiliare del Comune di
Martinsicuro, verrà inaugurata la collana d’arte Fili d’erba diretta dal
critico Alessandra Angelucci per la Di Felice Edizioni. Una collana che
pone particolare attenzione a quell’aspetto che spesso, nel mondo
dell’arte, passa in secondo piano rispetto all’opera d’arte stessa: la
voce di chi crea, di chi in un gesto ha immortalato un’esistenza.
L’evento, organizzato dall’Associazione “Progetto Comune” con il patrocinio
del Comune di Martinsicuro, vedrà per l’occasione la presentazione del
primo volume in collana: Un africano caduto dal cielo dell’artista di
origine egiziana Fathi Hassan, che opera in campo internazionale.
La forza segnica – che per anni ha caratterizzato le opere dell’artista
rendendo omaggio alla tradizione orale nubiana – ora si fa parola e
diventa contenitore di memoria per chi ha conosciuto «l’età dei figli
smarriti» e la forza del deserto. Il libro – composto dalle sezioni
Pensiero disordinato, Sintesi, Deserto, Odore, Fatma, Armonia, Epilogo –
raccoglie le riflessioni di Hassan scritte in lingua italiana, con
traduzione in lingua inglese curata da Morag McCarron. La prefazione è
firmata da Katia Migliori e suggerisce l’idea di un «libro senza pagine»,
un libro che offre un corpo di «pensieri-sogni».
Venerdì 7 novembre, durante l’incontro, saranno presenti l’autore del
volume Fathi Hassan, la professoressa Katia Migliori, il direttore di
collana Alessandra Angelucci e l’editore Valeria Di Felice. Per
l’occasione verrà proiettato il video promozionale della collana,
realizzato dal collettivo artistico “St.Ill” con la partecipazione della
performer Maria Rodi.

Dalla prefazione di Katia Migliori: «Questo per noi Fathi Hassan: un libro
senza pagine e, per sorte, un corpo di “pensieri-sogni” offerto ai
mendicanti in abbondanza, come confessa nella nudità di un intimo diario…»

Dalla nota introduttiva di Alessandra Angelucci: «Una foglia, un bambino
che disegna la ragione del deserto e «l’odore delle cose». È così che
nasce Un Africano caduto dal cielo: la volontà di chi desidera dare
movimento a un ricordo, affinché una pagina bianca diventi ostia sacra da
masticare, latte da bere, spazio vuoto circoscritto dalla sabbia e dal
mare».

FATHI HASSAN:
Fathi Hassan (1957 – il Cairo) nasce da famiglia nubiana. Il padre Hassan è
sudanese, sua madre Fatma originaria di Toshka (Kom Ombo – Alto Egitto).
Una grande inondazione trasforma interamente lo stile di vita familiare ed
è grazie all’intervento dell’UNESCO che le zone distrutte vengono in parte
risanate.
È la tradizione matriarcale di questa zona la fonte dalla quale si sviluppa
la mentalità artistica di Fathi (Akkij).
Il Cairo è il luogo dove vivono la sua famiglia e i nonni: da proprietari
terrieri benestanti diventano semplici lavoratori.
Una borsa di studio nel 1979 è l’occasione per accedere all’Accademia di
Belle Arti di Napoli. Nel 1988 è il primo artista africano presente alla
sezione “Aperto 88”, Biennale di Venezia. È presente nella collezione del
Metropolitan Museum of Art “Heilbrunn Timeline”.
Il lavoro di Fathi Hassan vive dentro un pensiero di “pittura-scrittura”:
il pensiero nubiano orale si conserva e si tramanda nei suoi “contenitori
di memoria”. Il deserto, il bianco e il silenzio divengono simboli e
tracce dei suoi avi e della loro spiritualità. Nascono così opere come
“contenitori” di memoria, sogni, luce, Angelo, Safir, Africa, e ancora una
serie di lavori dedicati alle figure di santi, guerrieri neri, Madonne,
foglie, mappe del mondo sacro.
Collabora con Benciv Art Gallery realizzando mostre in Italia e all’estero
dal 2000.
Nel gennaio 2002 viene chiamato allo Smithsonian National Museum of African
Art, Washington D.C., per un’installazione di scrittura murale all’interno
del Museo, grazie all’interessamento di Mary Angela Scroth di Sala 1
(Roma) che lo segnala anche alla biennale di Dakar e alla Biennale Arte
Sacra di Teramo.
Nel dicembre 2008 a Villa Pisani (Stra) Venezia è presente con
un’antologica che racchiude vari momenti del percorso artistico.
Realizza scrittura e mostre nei musei di Beirut Center, Bluecoat
(Liverpool) dal titolo “Arabicity”.
Una sua Personale dal titolo “Haram Aleikum”, curata da Rose Issa Projects,
è presente presso il Leighton House Museum.
Le sue opere sono nella collezione permanente del Victoria & Albert
Museum e il British Museum di Londra e nel Museo Nazionale di Arte
Africana Smithsonian, Washington D.C., Farjam collections.
Attualmente lavora con “Rose Issa Projects” di Londra e vive tra le Marche,
Londra ed Edimburgo.

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