Anche l’AMP Torre del Cerrano potrebbe avere l’importante compito di contrastare l’erosione costiera con la partecipazione al progetto Adriaptation, che dopo un anno di intenso lavoro, portato avanti nell’ambito della rete delle aree protette adriatiche e ioniche “AdriaPAN”, è stato candidato al bando Life 2013/2020, la nuova misura sui cambiamenti climatici. Non a caso capofila è l’ISPRA, l’Istituto Centrale per la protezione dell’ambiente, organo tecnico-scientifico del Governo; gli altri partner del progetto sono: gli Istituti di Ricerca di Lubiana e di Spalato, la Riserva naturale della Sentina, il Parco Nazionale di Brijuni, il Parco naturale di Strunjan e il Centro ricerche applicate sviluppo sostenibile. Numerosi gli enti ed organismi di supporto, tra i quali il Ministero dell’Ambiente, l’Iniziativa Adriatico Ionica, il MedPAN, AdriaPAN, Federparchi, ecc.
L’idea è quella di fare in modo che nelle aree protette si sperimentino forme ecocompatibili di adattamento ai mutamenti del clima. Uno dei temi che le aree protette marine e costiere considerano di maggior rilievo è quello dell’erosione costiera. E nel progetto è previsto che ogni area protetta partner del progetto sperimenti una tecnica di protezione della costa.
Nell’AMP Torre del Cerrano si andrà ad approfondire l’effetto benefico che la protezione della duna naturale ha su quella costiera, perché il tratto dell’AMP Torre del Cerrano tra Pineto e Silvi, e lo si può apprezzare anche semplicemente passeggiando sulla spiaggia, beneficia di tale effetto, mai studiato ed approfondito in maniera sistematica e scientifica, nonostante ne parlino in molti. Il beneficio evidente apportato dalla duna alla tutela della linea di costa è dimostrato dal fatto che non c’è stata ancora necessità di barriere frangiflutti in quest’area, nonostante le barriere siano state già da tempo posizionate più a nord e più a sud aggravando, quindi, la situazione di erosione nella zona rimasta libera.
Questo effetto benefico che la duna dà al mantenimento dell’erosione costiera verrà studiato scientificamente e migliorato nell’area di Torre Cerrano, prevedendo anche un compito di ricostruzione di zone dunali, danneggiate o scomparse. In tale ambito sarà avviata un’attività di formazione dei professionisti interessati per renderli partecipi di questa esperienza e conoscenza.
Inoltre, l’AMP Torre del Cerrano dovrà predisporre una rete di monitoraggio in molte delle aree marine protette adriatiche, non solo italiane. Sarà infatti compito di un gruppo di ricerca coordinato dall’AMP quello di posizionare e gestire i sensori di temperatura sui sistemi di delimitazione di numerosi parchi marini e collegare i sensori alle banche dati dei cambiamenti climatici gestite dall’ISPRA.