Mercoledì 26 novembre 2014
Ebola preoccupa ma gli specialisti della Simit (Società Italiana di malattie Infettive e Tropicali), per bocca del Presidente Massimo Andreoni rassicurano sul caso, peraltro mai escluso nei precedenti appelli. Il medico di Emergency, secondo quanto si è appreso, non ha avuto alcun problema durante il viaggio, compiuto all’interno di una speciale barella isolata avio-trasportabile. Anche l’ambulanza è stata appositamente equipaggiata in biocontenimento. Il trasbordo del paziente dalla barella aviotrasportabile a quella dell’ambulanza è avvenuto anch’esso in stato di completo isolamento.
“Relativamente al primo caso di Ebola in Italia, – precisa il Prof. Massimo Andreoni, presidente della SIMIT(Società Italiana di malattie Infettive e Tropicali) – è accaduto quanto era stato più volte ipotizzato: l’arrivo di un operatore sanitario che si è ammalato in uno dei paesi in cui è presente attualmente l’epidemia. Come è accaduto anche in Svizzera, Germania, Francia, Inghilterra e Norvegia, dove sono arrivati operatori sanitari ammalati, nella maggior parte dei casi, curati e guariti. Ma non c’è stata propagazione: possiamo stare tranquilli. Sicuramente, così come è accaduto non solo in USA e Spagna, ma anche in due stati africani quali Nigeria e Senegal, l’Italia ha tutte le attrezzature e competenze necessarie per trattare al meglio il singolo caso e per evitare la propagazione dell’infezione”.
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, d’intesa con il presidente del Consiglio, i ministri della Difesa, degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale e dell’Interno, ha dato disposizioni immediate per organizzare il trasferimento e il trattamento del medico italiano e l’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma è pronto da tempo ad accogliere eventuali casi accertati di pazienti colpiti. “Sono operatori addestratisi in questi mesi, i medici e il personale sanitario sono pronti per dare tutta l’assistenza necessaria”, conclude Andreoni. I medici che cureranno il malato si chiamano Emanuele Nicastri e Nicola Petrosillo, che è l’infettivologo responsabile dell’unità di crisi.
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