Gran Sasso Teramano. Rilevate le perdite costanti, la Provincia vuole cambiare passo e pone una serie di condizioni. L’assemblea dei soci approva all’unanimità le proposte.
“Bisogna verificare se ha ancora un senso tenere in piedi la società” dichiara Di Sabatino
Cabinovia e impianti di risalità della montagna teramana sono un patrimonio importante per tutta la comunità teramana, proprio per questo vanno assunte iniziative “decise” per risanare i conti e “guardare avanti”.
Questa mattina, nel corso dell’assemblea della Gran Sasso Teramano (assente la Regione che però ha fatto arrivare una nota del dirigente del Servizio Bilancio), società di cui la Provincia è socio di maggioranza, il presidente Renzo Di Sabatino, ha fatto presente che “stante la pesante condizione debitoria che si trascina dal 2008 e considerato che l’ultimo rendiconto è di giugno 2014 è necessario avere una situazione aggiornata alla data attuale per verificare quali decisioni assumere fra la prosecuzione, la trasformazione o lo scioglimento della società”. Ha quindi chiesto che la relazione venga rimessa entro 15 giorni: “Alle condizioni attuali non sembra abbia senso tenerla in vita”
Nel frattempo il Presidente ha proposto, e l’assemblea lo ha deliberato all’unanimità, di “azzerare il compenso dell’amministratore unico; di ridurre drasticamente i compensi del collegio sindacale, di ridurre di almeno del 50% le consulenze e i costi dei fornitori; di azzerare o ridurre i canoni concessori dei terreni di Prati di Tivo e Prato Selva”.
Dalla relazione dell’Amministratore unico si evidenzia che vi è una presumibile perdita di esercizio di circa 2 milioni di euro, che la società ha “un carico di oneri finanziari derivanti dagli interessi passivi per i ritardi nell’ottenimento delle coperture finanziarie dell’investimento iniziale per la realizzazione della cabinovia”; che la gestione degli impianti, il pagamento dei canoni concessori sui terreni, gli investimenti comunque necessari per garantire la manutenzione e la sicurezza, si traducono in oneri che non garantiscono il pareggio della società.
“E’ chiaro che, intanto, come socio di maggioranza, non posso che chiedere a tutti un sacrificio per ridurre i costi” ha precisato Di Sabatino.
“In premessa – ha dichiarato il Presidente – va detto che bisogna apprezzare il lavoro svolto dell’amministratore e dal direttore del Gran Sasso ma la situazione debitoria che mi è stata comunicata il 16 dicembre scorso da Marco Bacchion e la mutata situazione dei principali soci, Provincia e Camera di Commercio, oggi alle prese con profondi cambiamenti rispetto a ruolo istituzionale e bilanci economici, ci pongono di fronte alla necessità di trovare delle soluzioni a problemi che si trascinano da anni”.
In questo solco la trattativa che la Provincia e la Società hanno avviato con l’Unicredit per l’abbattimento del debito contratto per la realizzazione della cabinovia: “siamo abbastanza fiduciosi di avere ancora un margine di manovra stante la nostra confermata volontà di estinguere appena possibile almeno la quota capitale” afferma in proposito il Presidente. I soci si sono riconvocati per il 22 dicembre quando, fra le altre cose, bisognerà decidere rispetto al contratto di gestione degli impianti per la stagione invernale 2014 con il Consorzio di operatori turistici di Prati di Tivo.
Una buona notizia arriva dalla Regione che ha dato seguito alla richiesta avanzata ufficialmente dalla Provincia qualche settimana fa e ha deliberato la “restituzione” all’ente del milione e 100 mila euro di fondi Fas che all’epoca della concessione del contributo fu tagliato: il contributo iniziale per la cabinovia, infatti, era di 12 milioni e 400 mila euro poi ridotto a 11 milioni e 400 mila euro.
A questo scopo è bene ricordare che la Provincia è proprietaria della cabinovia di Prati Di Tivo ( e quindi del relativo finanziamento) e che la società per azioni costituita nel 2001 (della quale fanno parte oltre la Provincia, la Camera di Commercio, i Comuni di Pietracamela e Fano Adriano, le Amministrazioni separate di Intermesoli e Pietracamela, la Regione Abruzzo) ha realizzazto l’opera in regime di concessione e ha in gestione gli impianti di risalita del comprensorio teramano del Gran Sasso.
Teramo 18 dicembre 2014