Ill. mo Governatore,
Carissimo Luciano,
a Le Naiadi non c’eri, qualcuno aveva preparato una polpetta avvelenata: forse “prove tecniche di trasmissione” per il prossimo creditore che alza la voce.
Mi corre il dovere, per il ruolo che rivesto di fronte a 400 imprese dell’Abruzzo, per il milione di euro che l’Impianto Sportivo genera sull’intera regione nonché per l’immagine internazionale che ne divulga, di fare il punto sulla situazione debitoria della Regione Abruzzo ma, soprattutto, sulla modalità che la stessa sembra aver scelto per farvi fronte: NON PAGARE I CREDITORI.
La situazione di Le Naiadi rischia di essere esemplificativa di come la Regione intende procedere nei confronti delle altre imprese creditrici.
Qualcuno potrebbe dire che la Regione vuole far fallire Le Naiadi per non pagare i 2 ml di debito, cancellare il contenzioso in corso per i danni, incassare 4 ml di investimenti, regalare l’appalto milionario a qualche amico.
Noi non ci crediamo e, ad oggi nel caso di specie, siamo grati alla Procura per aver aperto un’indagine, perché consentirà alla Progetto Sport di portare finalmente le carte davanti a qualche autorità: fino ad oggi c’era stato solo il silenzio proditorio della Regione la quale, nelle pieghe degli annosi procedimenti civili, lasciava che si consumasse una tragedia collettiva.
Anche la gestione a mezzo “voci di corridoio” che attribuiscono all’Assessorato competente “certe dichiarazioni” non deve costituire un precedente ed esige che sia fatta luce pubblicamente: non c’è spazio per certo genere di assessori che pianificano su what’s up e tramano ai danni all’Abruzzo, né per i funzionari inerti alle 74 lettere di un creditore che rischia di fallire per il mancato pagamento della P.A.
Dunque, la situazione di Le Naiadi va affrontata ora e con determinazione, perché una sua conclusione scellerata costituirà un precedente giuridico e giudiziario rispetto a tutte le Imprese creditrici della P.A.
E qui vengo ai fatti di questi giorni, quelli dell’Aca perché, mutatis mutandis, prospettano qualcosa di simile rispetto ai fatti in corso con Le Naiadi:la Regione cerca di azzerarne i debiti “applicando la legge”, “accertando i titoli di credito”, “contestando il dovuto”…. la tecnica capziosa dell’interpretazione giuridica.
Ma qualche dato sull’Aca è utile per smascherare un possibile disegno scellerato: 105 mln totali di bedito nei quali ballano 55 mln destinati alle Imprese. Il numero delle imprese non si può sapere perché è disponibile solo all’ente ma, a grandi spanne e per estrapolare la misura della disgrazia incombente, tra quelle associate a Confimi Abruzzo ne contiamo 25, con 400 addetti circa e un credito di 14,5 mln. Sappiamo, invece, che i dipendenti dell’Aca costano 800 mila euro al mese! nonostante la mole di lavoro sia gestita tutta in subappalto (!).
Trovare il sistema, sicuramente “legale”, per non pagare – come sembra stia accadendo con la Progetto Sport che oggi ha avuto anche un sopralluogo dell’Ispettorato del lavoro, dopo la visita di ieri da parte della Guardia di Finanza e l’istanza di fallimento di qualche giorno fa – affosserà un fatturato di qualcosa che somiglia a 100 mln di euro, più indotto e addetti conseguenti.
Questo è quanto, e solo sull’Aca: proviamo a fare una moltiplicazione per tutti gli enti indebitati.
Un disastro che salverà la P.A. per il qui ed ora, assicurerà qualche poltrona prima a Roma poi a Bruxelles, e getterà l’Abruzzo nella miseria.
Ernesto Petricca
Direttore Confimi Abruzzo