Pescara. Il bilancio del WWF DA OMBRINA A BUSSI: L’AMBIENTE IN ABRUZZO NEL 2014

 

Questa mattina a Pescara, Luciano Di Tizio, Delegato regionale per l’Abruzzo del WWF, e Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF Italia, hanno presentato un bilancio sull’ambiente in Abruzzo nel 2014.

WWF Abruzzo
WWF Abruzzo

“Non è stato un anno facile per l’ambiente abruzzese” ha dichiarato Luciano Di Tizio. “Dal disastro di Bussi sul Tirino al rischio idrogeologico, dal bracconaggio allo stato pietoso dei nostri corsi d’acqua, si sono confermate – in alcuni casi aggravandosi – tutte le problematiche ambientali che da anni colpiscono il nostro territorio. L’Abruzzo è una delle regioni italiane ed europee con la più alta biodiversità, ma questo patrimonio è messo in pericolo da scelte sbagliate che spesso ricadono sulla testa degli abruzzesi senza che questi abbiano la possibilità di dire la loro. Per noi del WWF è stato un anno veramente impegnativo. I nostri volontari sul territorio, nelle Oasi e nei Centri di Educazione Ambientale, le nostre guardie, i nostri avvocati sono intervenuti in tutti i settori ed a tutti i livelli per difendere lo straordinario ambiente abruzzese. Tanto si è riuscito a fare, ma resta ancora tantissimo da realizzare”.

 

PARCHI E RISERVE.

Finalmente una svolta per il Parco della Costa teatina, ma ora ci vogliono i fatti!

Il 2014 ha segnato una importante novità nell’ultra decennale vicenda del Parco della Costa Teatina (il parco è stato istituito nel 2001, ma finora è rimasto solo sulla carta). Finalmente ad agosto è stato nominato il Commissario straordinario per la perimetrazione del Parco. Dopo anni di rimandi e giochi ostruzionistici, si dovrà definire il perimetro del quarto parco nazionale d’Abruzzo, il primo sulla costa. Uno strumento per valorizzare un territorio, ma soprattutto per conservarlo e proteggerlo dalle tante minacce, prima tra tutte la petrolizzazione.

Al Commissario il WWF chiede di procedere con determinazione e rapidità. Dopo anni di confronto ora ci vogliono i fatti ed il Parco deve diventare una realtà nei primi mesi del 2015.

Parchi nazionali abruzzesi: anche il 2014 senza consigli direttivi.

Il WWF è tornato a denunciare la vergognosa situazione in cui si trovano i tre parchi nazionali presenti in Abruzzo (Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise; Parco del Gran Sasso e Monti della Laga; Parco della Majella): tutte queste importanti aree naturali protette sono prive da anni dei consigli direttivi. In particolare il Parco Gran Sasso-Laga è senza consiglio dal gennaio del 2007! Un deficit di democrazia di cui fa le spese un intero territorio.

Il WWF ha scritto al Presidente D’Alfonso affinché chieda al Ministro dell’Ambiente, cui spettano le nomine dei consigli direttivi dei Parchi, di evitare il protrarsi di questa vergogna e di fare nomine contraddistinte da competenza e conoscenza dei territori dei parchi.

Le Aree protette regionali a rischio paralisi.

Ancora una volta le riserve regionali abruzzesi e l’unico parco regionale, il Sirente-Velino, hanno rischiato il taglio dei fondi ordinari necessari per la loro gestione. Un pericolo parzialmente sventato all’ultima ora, come era già successo negli scorsi anni. Non si può continuare così. La Regione che ha coniato per sé slogan che ne esaltano la vocazione “verde” deve credere sino in fondo nelle proprie aree protette e metterle in condizione di programmare il proprio futuro nell’interesse dell’ambiente e dell’occupazione: ogni euro investito nelle aree protette ne produce quattro per l’economia dei territori interessati.

Area Marina Protetta di Torre di Cerrano assediata dai vongolari.

Il mare bagna la costa abruzzese per circa 130 km; di questi solo 7 km (appena il 5,4%!) sono tutelati da un’unica Area Marina Protetta, quella della Torre di Cerrano. Nonostante l’esiguità dello spazio tutelato, questo subisce da anni una continua violazione. I vongolari entrano all’interno del perimetro, violando la norma istitutiva del Parco e le normative generali di tutela, e distruggendo i fondali con le loro turbosoffianti. I controlli sono stati per molto tempo assenti ed inefficaci. A settembre il TAR Lazio ha respinto l’ennesimo ricorso presentato dal Consorzio di gestione dei Vongolari contro l’istituzione dell’AMP, confermando la tutela dell’area.

Per il WWF le soluzioni agli eventuali problemi dei vongolari devono essere ricercate nel rispetto della legalità e di quanto stabilito dalle leggi che tutelano tutte le aree marine protette italiane.

 

TUTELA DELLA FAUNA

Caccia: la nuova Giunta regionale vorrà chiudere con le fallimentari gestioni del passato?

14 sono state le sconfitte giudiziarie nel quinquennio della Giunta Chiodi-Febbo in materia di caccia, un record per l’Italia che dimostra l’incapacità con cui è stata gestita la politica venatoria.

Il nuove assessore regionale alla caccia ha dichiarato di voler cambiare rispetto al passato ed il WWF ha voluto dare credito a questa dichiarazione.

Sono però passati i primi mesi, senza che si siano visti passi avanti concreti.

Il WWF chiede alla Regione quattro cose: adottare un piano faunistico-venatorio che tenga conto delle esigenze della fauna e non di quelle dei cacciatori; rivedere la legge regionale sulla caccia eliminando tutte le modifiche apportate nel corso degli anni che hanno diminuito la tutela dalla fauna; creare le aree contigue con caccia regolamentata intorno alle aree protette presenti nella regione; creare un Osservatorio faunistico regionale che fornisca elementi certi e scientificamente fondati per la pianificazione venatoria.

Orso: nonostante tutto, segnali di speranza.

Specie simbolo dell’Abruzzo, vittima di bracconaggio, politiche sbagliate nel settore dell’allevamento e della pastorizia, costruzioni che ne restringono l’areale, l’Orso Bruno Marsicano è a rischio estinzione.

L’uccisione dell’Orso a Pettorano sul Gizio a settembre ha segnato un ennesimo colpo alla tutela di questo splendido animale, ma per la prima volta è stata seguita da indagini efficaci che hanno portato all’individuazione del colpevole, un cacciatore di 61 anni. Purtroppo sappiamo che chi ha compiuto questo gesto, se mai si arriverà alla condanna definitiva, rischia pochi mesi di carcere. Anche per questo il WWF ha lanciato la petizione “Contro i crimini di natura” che chiede l’inasprimento delle pene per chi commette questo tipo di reati.

Ma sull’orso non sono mancati segnali positivi. Da un lato i risultati del LIFE Arctos, finanziato dall’Unione Europea, al quale ha contribuito anche il WWF distribuendo a pastori e coltivatori centinaia di recinti elettrificati da porre a difesa di apiari, allevamenti e campi coltivati, dall’altro la notizia diffusa dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise di 11 nuovi cuccioli di Orso nati nel 2014.

 

Petrolizzazione in Abruzzo: Ombrina Mare, la punta di un iceberg.

L’Abruzzo si conferma una delle regioni a più serio rischio di petrolizzazione. La progettata realizzazione di Ombrina Mare, piattaforma con annessa nave per prima raffinazione davanti la costa dei trabocchi, è solo la punta dell’iceberg.

Da anni il WWF denuncia come il 50% del territorio regionale sia interessato da istanze di ricerca ed estrazione di idrocarburi. Stessa sorte per migliaia di km quadrati di mare antistante la nostra costa.

Ombrina Mare è attualmente all’esame del Ministero dell’Ambiente per l’Autorizzazione Integrata Ambientale, ma di fronte alle scelte compiute dal Governo centrale, primo fra tutti l’art. 38 del Decreto Sblocca Italia che apre la strada alle trivelle in tutto il Paese, c’è bisogno di una azione politica forte volta a modificare la Strategia Energetica Nazionale.

Bene ha fatto la Regione Abruzzo ad impugnare alcuni articoli del decreto davanti la Corte Costituzionale, perché non è più possibile procedere su ogni singola istanza. È necessario che il Governo regionale, di concerto con le altre Regioni interessate, ponga la questione a livello di pianificazione nazionale e spinga per una politica energetica verso il risparmio, la messa in efficienza e le fonti rinnovabili.

 

FIUMI E DISSESTO IDROGEOLOGICO: SI CONTINUA A SBAGLIARE.

Fiumi abruzzesi, l’obiettivo “buono” lontano dall’essere raggiunto.

L’obiettivo fissato dall’Unione Europea di raggiungere lo stato ecologico “buono” in tutti i fiumi abruzzesi entro il 2015 appare ormai irraggiungibile. Come attestato recentemente dal Corpo Forestale dello Stato, le condizioni dei nostri fiumi invece di migliorare, in molti casi peggiorano. Depuratori inesistenti o mal funzionanti, scarichi abusivi e prelievi non autorizzati mettono a rischio i nostri fiumi con conseguenti effetti negativi sul mare.

Si continua poi con la pratica del tutto irrazionale del taglio a raso della vegetazione spondale dei fiumi. Costosi interventi che hanno ben pochi effetti in caso di piena, ma che compromettono l’ecosistema fluviale facendo perdere la capacità autodepurativa propria di tutti i corsi d’acqua.

Il WWF chiede che la volontà espressa dalla Regione di procedere, attraverso lo strumento dei “contratti di fiume”, ad una nuova gestione dei corsi d’acqua, si concretizzi, imponendo anche interventi reali per la salvaguarda degli stessi.

Costruiamo dove non si dovrebbe: Megalò e tanto altro.

È stata recentemente annunciata una proposta di legge regionale sul consumo del suolo. Ci auguriamo che si proceda rapidamente e in forma trasparente, con il coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni. Sono infatti già tanti gli scempi realizzati in Abruzzo. Citiamo per tutti il caso del centro commerciale Megalò costruito in quella che era una cassa di espansione del fiume Pescara, con grave danno per l’ambiente e rischi per la sicurezza del territorio e per la sua economia. Eppure da anni esistono due progetti per la realizzazione complessiva di altri 10 edifici nella stessa zona, progetti contro i quali il WWF si sta battendo in tutte le sedi, comprese quelle giudiziarie. È tuttavia inaccettabile  che la tutela del territorio sia affidata alle associazioni e ai comitati più che alle istituzioni. Chiediamo che si preveda per legge, tra l’altro, il divieto assoluto e immediato di costruire in zone a rischio idrogeologico e lungo le sponde de fiumi.

 

BUSSI E LE TANTE ALTRE DISCARICHE.

Discarica di Bussi sul Tirino: la sentenza, uno schiaffo agli abruzzesi.

Il 2014 si è chiuso nel peggiore dei modi. La sentenza di assoluzione al processo davanti alla Corte di Assise di Chieti per la discarica di Bussi sul Tirino è stato un vero e proprio schiaffo agli abruzzesi.

È vergognoso che un danno ambientale stimato in 8,5 miliardi di euro, 3 anni di indagini, 6 di processo, 68 udienze, 18 diversi giudici tra GUP, Tribunale, Corte di Assise, Corte di Cassazione e 22 ordinanze, si siano tradotti in un nulla di fatto! L’inquinamento di decenni e la somministrazione a centinaia di migliaia di persone di acqua che non poteva essere distribuita non possono restare senza responsabilità.

Il WWF, ovviamente, aspetta di leggere le motivazioni della sentenza, ma farà tutto il possibile per portare avanti questa battaglia di verità. E lo sta facendo anche chiedendo a livello nazionale l’introduzione dei reati ambientali nel codice penale al fine di evitare che tutte le azioni contro l’ambiente restino impunite a causa della prescrizione.

Ma resta il dato più grave: a più di 7 anni da quando è stata scoperta, non è stata ancora avviata la bonifica di quella che viene considerata la più grande discarica abusiva di rifiuti tossici d’Europa.

E restano poi le decine e decine di discariche abusive o incontrollate di cui è disseminato il territorio abruzzese per le quali l’Italia è sottoposta ad una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea.

 

CAPODOGLI SPIAGGIATI: UN CAMPANELLO D’ALLARME PER IL NOSTRO MARE.

Nella notte tra l’11 e il 12 settembre si sono spiaggiati sulla costa di Vasto 7 capodogli. Grazie ad uno straordinario impegno di enti e volontari si è riusciti a rimettere in mare ben 4 animali, compiendo un miracolo senza precedenti.

Ad oggi non si conoscono ancora le cause di questo spiaggiamento, ma sono state avanzate le più varie ipotesi, quasi tutte – direttamente o indirettamente – legate all’uomo.

Sarà necessario attendere la chiusura delle analisi, che il WWF auspica possa avvenire al più presto, ma è certo che si è trattato di un campanello d’allarme per il Mare Adriatico che non deve essere sottovalutato.

 

UNA REGIONE SENZA PIANIFICAZIONE.

In Abruzzo manca un piano di rifiuti aggiornato. Manca (da sempre) un piano estrattivo che regolamenti le cave. Manca il piano faunistico-venatorio. Deve essere aggiornato il piano energetico. C’è un piano di tutela delle acque che non affronta i problemi, ma semplicemente sposta in avanti la ricerca delle soluzioni. E si potrebbe continuare.

La Giunta regionale D’Alfonso, se veramente vorrà dare seguito alle promesse della campagna elettorale, ha veramente molto da lavorare. E lo deve fare in fretta e con convinzione perché si tratta di affrontare problemi che in alcuni casi attendono di essere risolti da decenni.

La richiesta del WWF è sempre la stessa: pianificare attraverso la partecipazione di tutti e non dei singoli gruppi di potere interessati a questo o quell’altro settore. Avere sempre presente che si sta pianificando su risorse “finite” (l’acqua, il suolo, la fauna) che sono dei beni comuni e che come tali devono essere tutelati per questa e per le future generazioni.

Lo scardinamento – più per l’intervento della magistratura, che per scelte politiche, a dire il vero! – di una certa situazione di potere che negli anni era consolidata, apre la strada al cambiamento. Al Presidente D’Alfonso ed alla sua Giunta la possibilità di cogliere questa occasione.

 

“Un dato sicuramente positivo è la crescita dell’impegno degli abruzzesi in difesa del loro ambiente” ha concluso Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF Italia. “Sono ormai moltissime le vertenze ambientali aperte nella nostra regione. Alle associazioni ambientaliste storiche si affiancano realtà locali che nascono e si sviluppano spontaneamente. Questa è la dimostrazione che è cresciuta la coscienza ambientale in Abruzzo come nel resto del Paese. E queste importanti battaglie vanno riportate in un quadro generale. Ad esempio assistiamo a decine di azioni contro impianti di produzione energetica. Ma queste devono diventare tessere di un mosaico più ampio: dobbiamo essere in grado di farne una battaglia complessiva contro le scelte strategiche nazionali in campo energetico che insistono sulle fonti fossili. Solo così saremo veramente efficaci”.