Il calcio italiano? Vecchio, con troppi stranieri e senza riguardo per i vivai. Ecco la ragione per gli insuccessi nelle Coppe Europee e per il flop dellaNazionale.
E’una delle anticipazioni del nuovo numero, online tra pochi giorni, del mensile Prima di tutto Italiani, diretto da Francesco De Palo che accanto al volto di un tifoso degli azzurri affranto titola: “Caro (Ta)vecchio calcio, cambia ora. O mai più” con riferimento ai nuovi vertici e soprattutto al fatto che nel nostro campionato gli stranieri giochino più degli italiani nonostante non siano dei fenomeni.
“Lo diciamo, subito e chiaramente, per sgomberare il campo da dubbi e incomprensioni – osserva il magazine – Non è anacronistico protezionismo chiedere al calcio italiano di tutelare i propri talenti per non finire ai margini delle competizioni internazionali, come purtroppo accade ormai da un quinquennio. La programmazione e l’investimento sui giovani atleti italiani, così come il ct della Nazionale di Calcio Antonio Conte urla a gran voce, è una cosa che travalica steccati ideologici e posizioni politiche: perché figlia solo del buon senso”.
Il risultato di tali politiche autolesionistiche? Non solo i nostri club non progrediscono nelle coppe, ma impoveriscono il serbatoio di materia prima da cui attingono le Nazionali. La tanto criticata Germania, per una volta, ha fatto bingo: ha investito massicciamente nei vivai, sfornando talenti puri. “Ha mescolato il tutto con tedeschi di seconda generazione adeguatamente integrati (come il turcoteutonico Ozil) e ha limitato la contaminazione straniera nei vivai ai soli campioni mentre il pallone italiano si sgonfia ogni giorno di più”.
Da segnalare, nel nuovo numero, una lunga intervista al giornalista del Corriere della Sera, Aldo Cazzullo, autore del libro “La Grande Guerra dei nostri nonni” (Mondadori) secondo cui sono silenziosi e senza fanfare i veri eroi italiani del primo conflitto mondiale.
E ancora, una riflessione sugli strumenti usati per l’immigrazione (Triton, Mare Nostrum, Frontex), l’anno italiano in America Latina, un’analisi partendo daKierkegaard in occasione del 25mo anniversario della caduta del Muro di Berlino.
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Il Direttore
Francesco De Palo