RIFORME, MANIFESTO-APPELLO PER LA TUTELA COSTITUZIONALE DI ANIMALI E AMBIENTE BRAMBILLA. “E’ LA MADRE DI TUTTE LE BATTAGLIE ANIMALISTE”

 

 

“Siamo convinti che sia finalmente arrivato il momento di accogliere, tra i beni e i valori tutelati dai principi fondamentali della nostra Costituzione, l’ambiente, gli ecosistemi e gli animali in quanto esseri senzienti, capaci cioè di provare piacere e dolore e come tali degni non solo di rispetto ma anche di una diversa considerazione giuridica”. E’ il passaggio saliente dell’appello-manifesto presentato oggi a Milano dal movimento “La coscienza degli animali” e dalla Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, durante un incontro pubblico dal titolo “Animali e ambiente: dal cuore alla Costituzione”. Primi firmatari il professor Umberto Veronesi e l’on. Michela Vittoria Brambilla, fondatrice del movimento La Coscienza degli Animali, che ha definito questo impegno “la madre di tutte le battaglie animaliste”.

Secondo il manifesto, “nell’attuale fase storica, caratterizzata da profondi mutamenti a livello globale, si va affermando una più moderna concezione dell’uomo e del suo rapporto con la natura, un atteggiamento più consapevole dei limiti entro i quali possiamo disporre delle risorse planetarie e rispettoso del sentimento di empatia che ci lega agli altri esseri viventi. Di questa evoluzione – prosegue il testo – hanno già preso atto, almeno in parte, l’Unione europea con il Trattato di Lisbona e numerose Costituzioni del continente, come quelle di Germania, Austria e Svizzera. Appare strano che non ci abbia ancora pensato l’Italia, paese dallo straordinario patrimonio ambientale e ricco di biodiversità come nessun altro in Europa”. Di qui la richiesta, rivolta al Parlamento, di aggiornare anche su questo punto la Carta costituzionale.

All’incontro pubblico hanno partecipato rappresentanti delle 34 associazioni riunite nella Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, l’organizzazione che riunisce le principali realtà attive nella tutela dei diritti e del benessere degli animali, a cominciare dai presidenti (o loro delegati) delle cinque fondatrici: Lav, Enpa, Oipa, Lega del cane e Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente.

“Questa – ha detto l’on. Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente – è la madre di tutte le battaglie animaliste. Credo che vi siano le condizioni politiche e culturali per cambiare prospettiva e adottare una soluzione più moderna nel definire lo status giuridico degli animali: all’alba del XXI secolo non possono essere ancora considerati “cose”. Di fronte alla vita, o alla sua negazione, o di fronte alla sofferenza, siamo tutti uguali, umani e non umani. Dobbiamo prenderne atto. Riconoscere in Costituzione che gli animali sono esseri senzienti, come previsto in una proposta di legge che ho presentato nei mesi scorsi, non implica improbabili confronti metafisici tra gli animali e l’Uomo con la U maiuscola, ma significa – banalmente perché la verità è spesso banale – prendere atto dell’esperienza che può fare ogni giorno qualsiasi proprietario di cane o di gatto o chiunque abbia la ventura di imbattersi in un animale selvatico: c’è qualcosa in comune tra noi e loro che ci impedisce di relegarli in una speciale “riserva” dove l’unico diritto valido è il nostro”.

Per quanto riguarda l’ambiente, prosegue l’ex ministro, abbiamo bisogno in Costituzione di un “precetto di tutela”. Non basta, spiega, “l’attuale riferimento al “paesaggio”, concetto “soggettivo e meno comprensivo di quello di “ambiente” e di “ecosistemi” che propongo di inserire nell’attuale art.9″.

 

GIUSTIZIA, BRAMBILLA: “NO AL COLPO DI SPUGNA SUI REATI A DANNO DEGLI ANIMALI”

 

“No al colpo di spugna sui reati a danno degli animali”. Lo ha detto oggi, durante la presentazione del manifesto-appello sulla tutela costituzionale degli animali e dell’ambiente l’on. Michela Vittoria Brambilla, commentando l’approvazione, da parte del governo, del decreto legislativo che introduce tra le cause di non punibilità “la particolare tenuità del fatto”.

“Nella bozza di cui ha parlato la stampa – ricorda l’ex ministro . è scritto che, se i reati per cui si procede sono puniti con la reclusione fino a cinque anni, e se l’offesa “è di particolare tenuità e il comportamento risulta non abituale”, il processo potrà chiudersi con l’archiviazione o con la sentenza di assoluzione. Al massimo, i colpevoli rischieranno di pagare i danni in sede civile. Se questo fosse l’esito finale – aggiunge l’on. Brambilla – saremmo di fronte ad un colossale “colpo di spugna” sui reati commessi a danno degli animali: i procedimenti per uccisione, abbandono, traffico di cuccioli, combattimenti, sevizie, etc. finirebbero, quasi sempre, nel calderone di quelli da chiudere “per particolare tenuità del fatto”, cancellando all’istante i faticosi progressi dell’ultimo ventennio”.

Insomma, “ridurre il carico giudiziario è un giusto obiettivo, ma non certo a scapito dei più deboli tra i deboli”, conclude la parlamentare di Fi, preannunciando “dura opposizione”.