Teramo e Provincia

Alba Adriatica. Bar Kaffeina: “Abbiamo agito in buona fede: ci sentiamo vittime di una fame di scoop!”

Alba Adriatica. E’ questa, in sintesi, la replica dei titolari del bar Kaffeina (di Alba Adriatica) alle recenti polemiche che hanno coinvolto la loro attività commerciale.

 

A seguito di alcune migliorie apportate lo scorso Ottobre al locale Kaffeina (sito sul lungomare di Alba Adriatica) i due titolari Stefano Di Fabio ed Andrea Tirabassi (Cugg, per gli amici), si sono trovati ad affrontare alcune beghe burocratiche. La vicenda da alcuni giorni è stata portata alla ribalta della cronaca locale in maniera sensazionalistica creando, di fatto, un caso di opinione pubblica. Si è addirittura ipotizzata la demolizione dell’esercizio, tacciando i due esercenti di abusivismo.

“Ci ha stupito l’interesse destato da quella che riteniamo una questione in via di risoluzione – dichiara Andrea Tirabassi-  stiamo infatti dialogando con le Istituzioni per trovare un punto di incontro che non danneggi nessuna delle parti coinvolte. Abbiamo agito in buona fede, convinti di non violare alcuna ordinanza comunale e confidiamo che la vicenda rientri al più presto”.

I due ragazzi, in vista della stagione più fredda, hanno ampliato lo spazio del loro locale in modo da poterne aumentare la capienza e migliorare il servizio offerto alla numerosa ed affezionata clientela.

“Troviamo assurda la criminalizzazione che è stata ordita nei nostri confronti – tuona Stefano Di Fabio – pur di creare uno scoop si strumentalizzano fatti e dichiarazioni, diffamando la reputazione di chi lavora onestamente e con impegno”.

In effetti il modo in cui i fatti sono stati pubblicati è tendenziosa (per usare un’iperbole),  ai due titolari sono stati attribuiti ricorsi al Tar dell’Aquila, prese di posizione frontali nei confronti del Sindaco Tonia Piccioni ed altre falsità, che Di Fabio e Tirabassi smentiscono con fermezza.

In una località come Alba Adriatica, che troppo spesso offre il fianco a notizie di cronaca nera, sembra assurdo puntare il dito contro chi contribuisce alla parte sana della movida cittadina. Si rischia, così facendo, di abusare della professione e del privilegio di informare i cittadini diventando nemici del buon giornalismo.

 

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