Il Piano demaniale marittimo della giunta D’Alfonso è quello di Chiodi
Resoconto conferenza stampa Maurizio Acerbo, Un’altra regione – Rifondazione Comunista Loredana Di Paola, WWF – Mare Libero Domenico Valente, Italia Nostra Pescara Anita Boccuccia, associazione Ville e palazzi dannunziani
Oggi comincia l’esame in commissione della proposta di modifiche del Piano Demaniale Marittimo Regionale. Nel finale della precedente legislatura regionale grazie agli emendamenti di Rifondazione e alle proteste delle associazioni ambientaliste la proposta venne bloccata. I mesi trascorsi dall’insediamento potevano servire alla nuova giunta per ripensare il testo e far proprie osservazioni inviate da associazioni ambientaliste. Dobbiamo invece constatare che cambia la Giunta ma le proposte rimangono le stesse.
Si continua a pensare a un bene comune come il demanio marittimo, alle nostre spiagge, soltanto in funzione dei balneatori come dichiara esplicitamente la relazione allegata che ammette che le modifiche rappresentano il recepimento delle richieste delle Associazioni di Categoria. Emerge come al solito il contrasto tra gli obiettivi dichiarati del piano “il recupero e la tutela ambientale e lo sviluppo ecosostenibile nell’uso del demanio marittimo” (art.2) e le concrete previsioni. In assoluta controtendenza rispetto a una sensibilità ambientale e paesaggistica sempre più diffusa, il PDM Chiodi-D’Alfonso prevede aumenti di cubatura inaccettabili su un litorale, quello abruzzese, già al 90% cementificato e occupato da strutture per gli usi più svariati. Inoltre si prevede di aumentare l’occupazione del fronte mare riducendo drasticamente quel poco che è rimasto di Vista Mare.
SPIAGGE LIBERE: l’attuale normativa prevede un preciso obbligo in capo ai comuni di prevedere la riserva di almeno il 20% delle spiagge in concessione da destinare a spiaggia libera ( art. 5 comma 1 attuale PDM ); la modifica elimina l’obbligo e introduce la facoltà per i Comuni che non dispongono del 20% di spiagge libere di recuperare tali aree dalle concessioni con fronte superiore a metri 100 (comma 1 bis): “ove ritenuto, potranno essere recuperati spazi”.
NUOVI VOLUMI: l’attuale normativa prevede un limite massimo per la superficie coperta di mq.250; La modifica prevede espressamente aumenti, in base al numero di abitanti, fino al 30% di tale superficie massima; esclude da tale computo le cabine spogliatoio che possono essere realizzate in deroga fino a mq 22,5. Nella città di Pescara (oltre 100mila residenti) l’aumento sarebbe in concreto del 30%! Se si esamina la situazione esistente in città come Pescara o Vasto questo ulteriore incremento suscita anche il sospetto di celare unasanatoria di edificazioni abusive accertate e non demolite e comunque di una ulteriore e definitiva compromissione in termini naturalistici e paesaggistici del litorale.
NON BASTA! Con la scusa di assicurare nelle strutture balneari l’abbattimento delle barriere architettoniche si prevede la creazione di volumi e superfici coperte e pavimentate totalmente al di fuori degli standard massimi concessi, come detto già enormemente accresciuti.
E ancora: ulteriori volumi in deroga sono previsti per la realizzazione di “locali tecnici“ di non precisata natura, inspiegabilmente esclusi dai quasi 300 mq già costruibili.
VISTA MARE: Anche sotto quest’aspetto sono previsti ulteriori limitazioni della vista mare. L’aumento è del 5% rispetto all’esistente per le concessioni con fronte mare superiore a mt 40, cioè a Pescara praticamente tutto. Viene inoltre scomputato il fronte occupato dalle cabine.
CORRIDOI TRA CONCESSIONI: lo spazio libero tra le attrezzature balneari di due concessioni contigue si riduce da 5 metri a 3. Ricordiamo che si tratta di una fascia non solo di visuale e di sicurezza ma anche di spiaggia “libera” dove di solito prendono il sole cittadini che non affittano ombrelloni.
SCATOLONI SULLA SPIAGGIA DA SETTEMBRE A GIUGNO: Il comma 17 bis prevede che gli stabilimenti potranno essere completamente circondati da “pannelli rigidi”, per di più utilizzabili a fini promozionali (diventando enormi cartelloni pubblicitari).
Alleghiamo le osservazioni che le associazioni ambientaliste inviarono nell’aprile 2014 alla commissione consiliare competente. Non essendo cambiato il Piano anche le osservazioni rimangono le stesse.
WWF Abruzzo
Legambiente Abruzzo
Italia Nostra
Marelibero.net
Stazione Ornitologica Abruzzese ONLUS
Societas Herpetologica Italica – Sezione Abruzzo e Molise
Al Presidente della IV Commissione Consiliare
c/o Consiglio Regionale
via Jacobucci,4
67100 L’Aquila
Pescara, 24-04-2014
OGGETTO: Osservazioni alle Modifiche del Piano Demaniale Marittimo regionale in discussione nella seduta della IV Commissione il 24-04-2014
Le scriventi associazioni ritengono che il documento contenente “Modifiche al PDM regionale”, oggetto della seduta fissata in data odierna sia, per quanto riguarda la parte urbanistica, assolutamente inaccettabile.
É acclarato come sia indispensabile attuare politiche di riduzione del consumo di suolo e del peso urbanistico nelle nostre città, in un momento in cui i problemi idrogeologici del nostro territorio nonché i cambiamenti climatici stanno aumentando fenomeni che sempre più spesso si manifestano distruttivi.
Invece, in assoluta controtendenza, Il PDM presentato prevede aumenti di cubatura spropositati su un litorale, quello abruzzese, già al 90% cementificato e occupato da strutture per gli usi più svariati. Inoltre si prevede di aumentare l’occupazione del fronte mare riducendo drasticamente la Vista Mare.
Le scriventi ritengono che la modifica di uno strumento come il Piano Demaniale Marittimo regionale meriti una più attenta valutazione e che una accelerazione come quella impressa dalla Giunta regionale non sia opportuna, tanto più in un momento come quello della campagna elettorale. Chiediamo pertanto di rimandare l’esame del provvedimento alla prossima Consigliatura.
-Si allega qui di seguito stralcio delle osservazioni inviate nella procedura VAS
OSSERVAZIONI SPECIFICHE SULLE NORME
ART. 5
comma 1 bis– Nei comuni sprovvisti del 20% di spiaggia libera, ove ritenuto, potranno essere recuperati spazi da destinare a libera fruizione dalle concessioni esistenti con fronte superiore a mt. 100 limitatamente alla parte eccedente i mt. 100 di fronte concesso.
-Osserviamo che la norma, così come posta, determini una eccessiva discrezionalità in capo alle amministrazioni comunali. Posto invece che il recupero delle spiagge di libera fruizione è esigenza assolutamente prioritaria ciò deve essere attuato attraverso un obbligo legislativo gravante sulle amministrazioni locali. Conseguentemente appare opportuna l’eliminazione o la sostituzione delle locuzioni: “ove ritenuto” e “potranno”. La necessità dell’incremento delle aree libere è dettata da innumerevoli motivazioni tra le quali anche quelle di valenza ambientale come meglio specificato nella parte dedicata alla tutela del Fratino.
comma 2– In tutte le aree del demanio marittimo concesse per le tipologie di insediamento di cui al precedente art. 4, lett. a), b), c), d), e), f), g), n), q) devono essere assicurati l’abbattimento delle barriere architettoniche, i regolamentari servizi igienici e la reale possibilità di accesso ai servizi, alle strutture e al mare per le persone diversamente abili. Per la realizzazione di nuovi impianti o di strutture in ampliamento degli impianti esistenti dovrà essere assicurata la utilizzazione di materiali ecocompatibili a basso impatto ambientale e/o sistemi costruttivi in bioarchitettura.
comma 3-La realizzazione delle opere comprese nel precedente comma 2 è da considerarsi al di fuori e oltre la percentuale di superficie coperta e pavimentata realizzabile in ogni area concessa di cui ai successivi commi 9 e 10.
-Osserviamo che, attesa l’intangibilità delle disposizioni di cui al comma 2, le opere previste dalla norma essendo tenute al di fuori del computo delle superfici coperte e pavimentate concesse, si atteggiano quali ulteriori superfetazioni volumetriche che
incidono negativamente sulla già compromessa pratica edilizia esistente sul nostro litorale che certamente non ha bisogno di un ulteriore aggravio volumetrico e di superficie.
Comma 10 ter Le concessioni potranno essere dotate di un locale tecnico della superficie massima di mq. 9 , in deroga a quanto previsto nei precedenti punti 9 e 10.
-Identiche considerazioni valgono per i locali tecnici anch’essi previsti in deroga.
Comma 9. La percentuale massima di superficie pavimentata per piazzole/piattaforme, escluso gli impianti mobili di cui al precedente art. 3 punto 3., non potrà superare il 20% dell’area in concessione, con una superficie massima di mq. 250 per i comuni con densità abitativa e capienza estiva (residenti + diportisti per turismo) fino a 20.000 unità; per i comuni fino a 50.000 unità il parametro massimo di mq. 250 è incrementato del 10%, per i comuni fino a 100.000 unità il parametro massimo di mq. 250 è incrementato del 20%; per i comuni oltre 100.000 unità il parametro massimo di mq. 250 è incrementato del 30%. L’esistente legittimato è fatto salvo.
Comma 10. La percentuale massima di superficie copribile con volumi e tettoie, escluso gli impianti mobili di cui al precedente art. 3 punto 3. e n. 10 cabine spogliatoio per una superficie massima di mq. 22,50, non potrà superare il 20% dell’area in concessione, con una superficie massima di mq. 250 per i comuni con densità abitativa e capienza estiva (residenti + diportisti per turismo) fino a 20.000 unità; per i comuni fino a 50.000 unità il parametro massimo di mq. 250 è incrementato del 10%, per i comuni fino a 100.000 unità il parametro massimo di mq. 250 è incrementato del 20%; per i comuni oltre 100.000 unità il parametro massimo di mq. 250 è incrementato del 30%. L’esistente legittimato è fatto salvo.
-Riteniamo questa norma incredibile!
Qui l’occupazione del demanio pubblico in superfici e volumi raggiunge la sua massima esaltazione.
Se solo si prendesse in considerazione la situazione esistente in città come Pescara o Vasto dove l’occupazione del demanio è stata molto pesante negli ultimi anni (da compromettere spesso l’accesso e la vista del mare), questo ulteriore incremento si atteggia in parte quale una sanatoria di edificazioni abusive accertate e non demolite e per altra parte quale la compromissione definitiva in termini naturalistici e ambientali di interi tratti di litorale.
comma 13. La barriera visiva, limitatamente agli impianti fissi, costituita da volumi e superfici accessorie coperte che superino l’altezza di m. 1,50 da terra, con l’esclusione degli impianti mobili di cui al precedente art. 3 punto 3. e del fronte occupato dalle cabine spogliatoio per un massimo di mt. 4,00 (n. 2 file di cabine), non può superare il 25% del fronte concesso per le concessioni con fronte a mare superiore a mt. 40 e del 30% per le concessioni con fronte a mare inferiore ai mt.40. L’esistente, legittimato, è fatto salvo.
-Osserviamo che ancora una volta si tutelano interessi dei privati a scapito di quelli della collettività. Attualmente con il vigente limite del 25%, valido per tutte le concessioni, tra impianti fissi e impianti mobili il fronte risulta totalmente occupato.
Per quel poco che c’è rimasto di libero la norma consente una ulteriore limitazione della vista mare, permettendo ai titolari di concessione con fronte mare superiore ai mt 40 di estendere l’occupazione del fronte di un 5% in più. A ciò si aggiunga quale “premio” ai titolari di concessione per aver “salvaguardato” nel corso degli anni la vista mare, lo scomputo dal fronte occupato dalle cabine.
comma 17 bis. Nel periodo invernale possono , altresì, essere installati sistemi di protezione non impattanti in aderenza dei portici, verande e piattaforma coperte mediante utilizzazione di rete metallica, grigliati , pannelli rigidi, fissati alle strutture esistenti, in armonia con l’aspetto architettonico del complesso e/o ambiente circostante. Nel caso di utilizzo di pannelli rigidi gli stessi dovranno essere incapsulati (serigrafati – stampati) con aspetti tematici del patrimonio storico, artistico, paesistico, culturale ed enogastronomico e/o eventi – manifestazioni di grande rilievo della Regione Abruzzo (es. chiese, monumenti, parchi, prodotti gastronomici, eventi culturali, sportivi, ecc..). Il 10% della superficie dei predetti pannelli potrà essere eventualmente utilizzata per spot pubblicitari correlati dell’evento tematico previa corresponsione della eventuale differenza del canone concessorio.
-Possiamo immaginare l’impatto di questa norma. Tanti scatoloni sul mare che presumibilmente verranno utilizzati a fini economici come cartelloni pubblicitari.
Riteniamo si debbano utilizzare sistemi alternativi NON impattanti come telecamere e servizi di sorveglianza.