Da qualche settimana osserviamo, sui diversi organi di informazione e sui principali social network, autorevoli commenti e dichiarazioni in merito alla volontà da parte di qualcuno dell’attuale maggioranza di portare in Consiglio Comunale, per l’approvazione, la Variante al Piano Regolatore Generale preparata e definita dalla scorsa Giunta Comunale guidata da Marini e Vallescura.
Anche noi vogliamo dire la nostra sull’argomento per riaffermare e condividere, se ce ne fosse ancora bisogno, la nostra assoluta contrarietà a qualsiasi iniziativa che comporti ulteriore consumo indiscriminatoe ingiustificato del nostro territorio.
La variante al PRG di Marini e Vallescura, infatti, fonda il suo asse portante sulla crescita demografica di Silvi. Lo studio presentato a supporto della variante, il cui dimensionamento residenziale proposto era ritenuto “sovradimensionato rispetto alle reali esigenze del territorio”perfino dalla Provincia di Teramo di centro-destra (Parere SUP 2010), prevedeva una crescita della popolazione residente di Silvi, a partire dal 2004 di circa 8000 abitanti nell’arco di 10 anni con un tasso di crescita annuo medio di circa il 6%.
Questa previsione giustificava una variante di ulteriori 100 ettari di terreno edificabile residenziale rispetto al PRG vigente.
Per un raffronto pratico ricordiamo che 100 ettari equivalgono a 140 (centoquaranta) campi di calcio!
Tra l’altro per far quadrare meglio i conti, rispetto ai diversi indici edificatori, Marini e Vallescura hanno anche ridotto sensibilmente la quota di territorio a destinazione produttiva favorendo, anche indirettamente, la fuga da Silvi di quelle imprese con la necessità di ampliamento delle strutture esistenti o di quelle imprese alla ricerca di nuovi posti in cui insediarsi. Significa meno posti di lavoro e meno economie esterne.
Abbiamo voluto comunque approfondire qualche dato su quello che è successo nel frattempo, anche per vedere se quelle straordinarie previsioni di Marini e Vallescura avevano un senso.
Se consideriamo i dati censuari, tra il 2001 ed il 2011, la popolazione Silvi è cresciuta del 6,5%. Nello stesso periodo il numero di abitazioni è cresciuto del doppio rispetto alla popolazione +12,5%. Se prendiamo invece a riferimento la popolazione residente al 31.12.2009 e quella residente al 31.12.2013, la popolazione di Silvi è addirittura diminuita del 1,2%!.
Un altro dato importante riguarda il numero di abitazioni per abitante. Sempre ricorrendo ai dati dell’ultimo Censimento, Silvi si colloca tranquillamente al primo posto nell’area metropolitana con una dotazione di 82 abitazioni ogni 100 abitanti. Per qualche paragone segnaliamo che Pineto ne conta 62, Roseto 55, Città Sant’Angelo 36, Atri 39, Montesilvano 45, Giulianova 42. In Abruzzo, tra i comuni con più di 15mila abitanti, Silvi è seconda solo a Martinsicuro che non a caso presenta una serie di problematiche in termini ambientali e sociali, soprattutto in termini di legalità ed integrazione.
Il ragionamento che intendiamo mettere in campo, però, va aldilà delle considerazioni appena svolte che, già da sole, indicano chiaramente che i presupposti di Marini e Vallescura sono venuti totalmente meno, consigliando a tutti una ulteriore accorta e cauta riflessione.
Proprio in questi ultimi mesi, infatti, diverse regioni italiane sono state colpite da vere e proprie calamità naturali con perdite di vite umane ed ingenti danni alle cose. Come sempre dopo i disastri arrivano i rimpalli di responsabilità ed i soliti annunci-spot di salvaguardia del territorio che durano giusto il tempo dell’emergenza.
Per risolvere il problema occorre saper dire basta alle cementificazioni ed alle speculazioni: è necessario davvero investire su una efficace politica di salvaguardia dell’ambiente e del territorio, sviluppando un nuovo modello di governo e assetto del territorio stesso, rinnovando gli strumenti di partecipazione democratica delle comunità nelle scelte e nel controllo degli indirizzi: una programmazione delle città che parta dal basso attraverso forme di partecipazione e di democrazia in grado di superare le scelte urbanistiche non adatte a territori già troppo consumati, proprio come quello di Silvi e che la variante al PRG propone ai silvaroli.
Come Circolo Sel di Silvi, siamo stati sempre critici verso il metodo usato dalla precedente amministrazione che ha privilegiato il rapporto con i privati a scapito di una seria programmazione. L’attuale variante al PRG manca di una visione d’insieme ed è solo una sommatoria di istanze private.
Diventa necessario, a questo punto, avviare un nuovo iter ed un nuovo percorso per la definizione di una variante al PRG avente come punti centrali la messa in sicurezza del territorio e la sua riqualificazione, elaborata attraverso la partecipazione dei cittadini per rilanciare un’idea diversa di città con al centro il suo sviluppo sociale, economico ed ambientale.
Circolo S.E.L. Silvi