Non l’ho chiesta e ho riflettuto a lungo prima di accettare ma l’offerta a candidarmi a segretario del partito è la cosa più bella che mi sia capitata. In questa che potrebbe essere ribattezzata “l’epoca dell’incertezza” dedicarsi alla costruzione di nuovi pilastri ai quali ancorare le radici di un partito che sta profondamente cambiando, senza sapere bene cosa vuole diventare, è la sfida intellettuale e sociale, prima ancora che politica, più grande. Non ho chiesto di candidarmi e la richiesta, arrivata da molti autorevoli esponenti istituzionali e politici del Pd e da tutte e quattro le realtà provinciali, mi ha messo in difficoltà. La presidenza della Provincia, in questo particolare momento storico, è un incarico particolarmente delicato: c’è una macchina pubblica da riformare senza guardarsi indietro ma senza poter scegliere gli strumenti e le risorse per andare avanti; ci sono bilanci ballerini e conseguenti servizi scadenti per cui i cittadini sono pienamente e a ragione insoddisfatti. E non ho soldi, io come tutti i Presidenti di Provincia d’Italia, per cambiare le cose. Innovazione e creatività dovranno supplire a tutto il resto. Solo per questo ho resistito a lungo alla richiesta di candidarmi a segretario regionale del Pd nel timore, considerati anche gli impegni professionali, di non potervi dedicare il tempo e l’impegno che l’incarico presuppone. Poi, le riflessioni che mi sono state sottoposte da più parti e che, sostanzialmente, mi disegnavano come una candidatura di sintesi, politica e territoriale, sintesi che in questi mesi evidentemente non era stata trovata, mi hanno convinto ad accettare la proposta e a raccogliere 400 firme in tutto l’Abruzzo nell’arco di un pomeriggio. Poi i fatti noti. La Commissione regionale per il Congresso non ha accolto la mia candidatura in assenza di una deroga allo Statuto – che vieta agli amministratori eletti di poter essere anche segretari del partito – e con la stessa motivazione si è espressa anche la Commissione nazionale con l’invito a cambiare uno Statuto fuori dal tempo. Considerate le premesse accolgo questi fatti con assoluta serenità e faccio i miei migliori auguri ai competitori politici in corsa: ognuno di loro ha le caratteristiche giuste per giocarsi questa partita in un momento che necessita di tutta la nostra buona volontà di militanti democratici, di una capacità di critica e di una autorevole e autonoma elaborazione di sintesi; di una vena di ottimistica speranza combinata all’abitudine all’ impegno e al “duro lavoro” per costruire un laboratorio Abruzzo vivace in grado di elaborare e produrre senza sudditanze e restituire con generosità alla comunità e al partito. Renzo Domenico Di Sabatino
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