Un’esperienza di didattica che ha per protagonisti gli studenti
Il trascorrere dei decenni non può sanare le ferite aperte dagli stermini verificatisi durante il “secolo breve” e da quelle esperienze tragiche giunge per tutti un monito sugli abissi di disumanità verso cui possono spingersi le pagine della storia dell’uomo. Fare memoria di questi eventi del passato rappresenta forse la migliore strategia per evitare che drammi analoghi abbiano a ripetersi nel futuro. Per questa ragione dal 2000, anno dell’istituzione del Giorno della Memoria, il 27 gennaio, data nella quale nel 1945 le truppe sovietiche raggiunsero il lager di Auschwitz, si ricorda la Shoah, lo sterminio degli Ebrei messo in atto dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il mondo della scuola rappresenta certamente il luogo più adatto per far riflettere le nuove generazioni sulla pesante eredità lasciata dalle tragedie dello scorso secolo e sui rischi sempre attuali ed incombenti dell’intolleranza e del razzismo. Rischi che sono acuiti dalla globalizzazione dei media e delle comunicazioni, che oggi apre a tutti la possibilità di diffondere idee, teorie e produzioni personali in maniera pressoché illimitata. Confusi ed a volte incapaci di riconoscere i pericoli insiti in alcune delle molteplici opinioni veicolate dalla rete, i giovani hanno bisogno di trovare momenti nei quali soffermarsi sulla realtà degli immani drammi della storia recente, per ricordare, riflettere ed evitare le incognite di una facile rimozione del passato nel nome delle “magnifiche sorti e progressive” riservate ai nativi digitali. Perché questo si attui, non basta la semplice rivisitazione del passato nel ruolo di spettatori estemporanei, ma occorre confrontarsi con le vicende che si vanno a rievocare tramite un periodo di preparazione e di studio che lasci poi la possibilità di esprimere le impressioni e le riflessioni maturate attraverso i molteplici linguaggi che il mondo della scuola offre l’opportunità di sperimentare.
Questo è il percorso che è stato intrapreso dagli studenti delle classi 2°A e 2°B dell’I.T.I.S. “E. Alessandrini” di Teramo che hanno organizzato il primo convegno-concorso “Ponti sull’abisso” che, quest’anno, ha come tema il Giorno della memoria, che si terrà proprio il 27 gennaio 2015 presso l’Auditorium dell’I.T.I.S in via San Marino 12, dalle ore 8.30 alle 13.00.
Questa mattinata di lavoro è stata interamente organizzata e sarà condotta dagli alunni delle due classi suddette, coordinati dai docenti Cordoni Luisa, Di Sabatino Patrizia, Carlini Gabriella e Micaletti Ortensia, nell’ambito di una didattica delle competenze interdisciplinari, relativa all’asse dei linguaggi e all’asse storico-sociale, come previsto dalla nuova normativa sulla scuola e sostenuta con entusiasmo dal Dirigente Scolastico dell’Istituto di Istruzione Superiore “Alessandrini-Marino-Forti” Prof.ssa Stefania Nardini.
L’ideazione dello slogan “Ponti sull’abisso” rappresenta la speranza che gli studenti hanno espresso di costruire, proprio attraverso la conoscenza, la memoria, la riflessione, strutture che legano e uniscono come i ponti e che, come i ponti, sono metaforicamente sospesi sull’abisso dell’ignoranza, della violenza, del vuoto esistenziale, della mancanza di valori, tanto più necessari in un momento come quello attuale.
Al convegno, che è aperto alla cittadinanza ed alla stampa, parteciperanno anche tutte le classi quarte dell’ITIS, una classe dell’IPSIA “Marino”, una classe dell’ITG “Forti” ed una del Liceo Scientifico “Einstein” di Teramo con i loro docenti.