USA. Il sogno americano del calcio italiano di Lino Manocchia.
– Erano giorni felici, festosi che il tempo malvagio lentamente ha distrutto, dando maggior spazio alle attività sportive Usa.
articolo già su giulianovailbelvedere.it
Si, anche in America si giocava col pallone, alcuni creati con gomme di bicicletta, altri con rudimentali palle. Correvano gli anni ’60-‘70, e l’emigrazione era ancora un sogno lontano per molti che sognavano anche la conquista di un posto in una delle migliori squadre professionali Usa. Come funghi dopo la pioggia, le varie città americane presentavano squadre dai nomi più in voga come “Bronx Italia”, “Palermo”, “Pozzallo”, “Mola” che il dinamico Giorgio Piscopo, presidente della “Italo American Soccer League” diresse insieme al giornalista Cav. Antonio Piraino, tutt’ora direttore del “Giornale italianoamericano della Florida”.
Fu l’dea del “romanaccio” Giorgio Chinaglia, giunto in America via matrimonio, a scuotere le membra e le idee di molti. Il suo ingresso nel “mondiale” Cosmos fu la scintilla dell’ardore invogliante che diede il via a formazioni come il “Centro Italiani Uniti”, il “Broklyyn Italian”, il “Bronx Italia”, il “Pompano Beach” (Florida).
Ben presto il contagio calcistico si propagò dalla Florida alla California, per interesse vivo di persone appassionate di calcio e per l’autorevole intervento di Chinaglia, che sognava egli stesso di allestire una squadra che potesse rappresentare degnamente gli italiani nel campionato nazionale.
I campionati settimanali vedevano le tribunette stipate, col tricolore issato sulla vetta, dove il cronista era presente per inviare resoconti delle partite ai quotidiani sportivi “Stadio” e “Corriere dello sport”.
Come un sogno di mezza estate, il cronista sognò uno strano personaggio di nome Otto Bruneschi, persona mai vista o conosciuta, che, secondo il sogno, avrebbe preso le redini di un’associazione calcistica, formando un campionato italiano in Usa.
Ma ahimè, il labile sogno lasciò sempre aperta quella speranzuola che un giorno il vero Bruneschi sarebbe apparso facendo scattare undici giovani “tricolori”, rendendo reale l’aspirazione ed il pensiero di Chinaglia (nella foto con Manocchia) animato da grandi iniziative, che normalmente conduceva egregiamente a termine .
Al collega Piraino ho rivelato il mio strano sogno che egli ha accolto con un filo di sarcasmo: «In America abbiamo tanta gioventù paesana, mercè la quale potremmo sfornare squadre degne di diploma, ma avete mai pensato a cosa andrebbe incontro il calcio nostrano in questo ciclopico Paese che mensilmente scoperchia palestre, piscine e campi da gioco? Certo che – prosegue Piraino – Chinaglia aveva in mente la creazione di una forte squadra capace di tener testa alle squadre messicane (che spesso hanno dato filo da torcere agli Usa nelle qualifiche mondiali; n.d.r), ed entrare nel mondo calcistico, quello vero».
E sì che Chinaglia aveva pronta una squadra di ricchi sportivi decisi a sovvenzionare il ventilato “miracolo”.
Con l’ex capitano della Lazio, dopo gli allenamenti del Cosmos, il cronista ebbe varie conversazioni, soppesando calcoli e considerazioni che trovavano quasi sempre la negatività degli americani impegnati con la multinazionalità che in fatto di sport non subiva soste. Per non portare a galla la presenza della RaiTV Corporation, in tutt’altre faccende affaccendata, tanto da ignorare completamente l’esistenza di squadre – certo apporto a favore della Patria – poichè i suoi tre corrispondenti politici non concedevano spazio allo sport numero uno. Conferma di quanto asserito è la presenza odierna dell‘amico romano Bruno Stizza, capo del reparto montaggio servizi RAI, oggi pensionato, il quale col cronista effettuò dozzine di servizi sportivi, ovviamente privi del pallone.
Una foto all’inverso invece offre le varie squadre calcistiche femminili che, specie oggi, danno molto spesso scacco matto alle quotate avversarie.
Nel circolo degli italiani, emigrati in America, si parla tutt’ora delle gloriose squadre confermandosi grandi cultori di questo magnifico sport.
«In questa vita nulla si crea, ma tutto si trasforma – sentenzia un anziano monsignore che da giovane picchiò sodo la palla -. Il calcio non è differente dalle altre attività. La Provvidenza certamente tornerà a premiare i volenterosi atleti dal piede d’oro. Basta pregare».
Mi chiedo: Chissà cosa ne pensa il “Chinaglione”? Chissà?!