Tortoreto. PdCI: sull’irrisolta vertenza RDB Tortoreto
Partito dei Comunisti Italiani
Federazione Provinciale Teramo
Sezione di Tortoreto
Sull’irrisolta vertenza RDB Tortoreto
Tortoreto, 23 febbraio 2015
La mai risolta vertenza del Gruppo RDB si trascina da tempo, ripresentandosi in questi giorni in misura drammatica per gli 800 operai impiegati in tutta Italia, di cui circa 70 nel sito produttivo di Tortoreto.
E’ questa una storia di acquisizioni (nel caso tortoretano, il Gruppo piacentino ha assorbito la ex Di Paolo), di quotazioni in Borsa, di scorporazione di rami d’azienda attraverso la creazione di società fittizie, di dichiarazioni di insolvenza fino all’attuale apertura di procedura fallimentare.
Appare chiaro che i proprietari abbiano preferito rinunciare fin da subito al rilancio produttivo di una realtà di assoluta eccellenza, per concentrarsi esclusivamente su giochi finanziari e quotazioni borsistiche dei vari rami d’azienda, di impronta speculativa.
E’ cinica ed ipocrita la giustificazione padronale e confindustriale del “c’è la crisi” , giustificazione dietro la quale si fa passare il concetto che tutto è ammesso e concesso.
Nel caso tortoretano, il Partito dei comunisti Italiani denuncia il silenzio che la precedente Amministrazione e quella attuale, entrambe di centro-destra, stendono su tutte le vicende del lavoro e dei lavoratori, sia che esse si chiamino Las Mobili o RDB. Questo avviene per mancanza di senso di responsabilità e rispetto verso il territorio ed i cittadini, per timore reverenziale verso alcune realtà imprenditoriali locali, ma soprattutto per mancanza di cultura politica.
Respingiamo l’immagine che il Comune vuol dare, quella di una Tortoreto ridente e disneyana, mentre la disoccupazione, le aziende locali che chiudono e i cittadini in difficoltà divengono elementi di disturbo, da censurare e occultare.
Il Pdci, non convinto delle spiegazioni ottenute in Consiglio comunale, chiede all’Amministrazione di interessarsi ai lavoratori RDB allertando le Autorità competenti, sollecitando aperture di tavoli di crisi anche al fine di garantire ai lavoratori le dovute tutele sociali previste.