“UN GIORNO DA ALLEVATORE” NELLE PIAZZE ITALIANE

Venerdì 6 febbraio dalle ore 9,30

 

Anche cento allevatori abruzzesi alla  maxi mungitura pubblica per salvare il latte Made in Italy

 

Anche l’Abruzzo parteciperà alla piu’ grande operazione di mungitura pubblica mai realizzata in Italia e nel mondo con Ministri del Governo, Governatori delle Regioni, Sindaci, politici, esponenti della cultura, dello spettacolo e del mondo economico e sociale che trascorreranno insieme un giorno da allevatore nelle piazze italiane in cui sarà allestita una vera e propria stalla per mungere, dare da mangiare e custodire gli animali. Un segno concreto di solidarietà, vicinanza e sostegno al lavoro che tutti i giorni svolgono gli allevatori italiani, per garantire latte fresco e grandi formaggi Made in Italy ma anche la biodiversità e il presidio del territorio anche nelle aree piu’ difficili. L’appuntamento per salvare le stalle italiane è fissato per venerdì 6 febbraio alle ore 9,30 a Roma in Piazza del Campidoglio, ma numerosi altri appuntamenti sono stati organizzati in decine di piazze italiane. Parteciperanno un centinaio di allevatori abruzzesi capitanati da Coldiretti e Aprozoo (associazione produttori zootecnici), in rappresentanza di un settore che in Abruzzo, solo per i bovini, vanta 665 aziende specializzate nella produzione del latte, titolari di quote per un totale di 81.774 tonnellate di latte.  

 

Alla manifestazione hanno già assicurato la partecipazione al presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, della Giustizia Andrea Orlando, dell’Ambiente Gianluca Galletti ma anche gli ex Ministri del settore primario Alfonso Pecoraro Scanio, Nunzia De Girolamo ora capogruppo Ncd alla Camera e il Sindaco di Roma Ignazio Marino oltre a numerosi rappresentanti delle associazioni dei consumatori e degli ambientalisti.

 

L’obiettivo è quello di far conoscere da vicino il difficile lavoro degli allevatori e gli effetti positivi per l’intera collettività ma anche i pericoli dell’abbandono come dimostra il Dossier “L’attacco alle stalle italiane” che sarà presentato nell’occasione.Le difficoltà del settore non risparmiano infatti nessuna regione italiana, con particolare riferimento a quelle a storica vocazione zootecnica come l’Abruzzo, che sviluppa oltre 37milioni di euro solo per il comparto latte, di cui 30milioni derivanti dal latte bovino e 7milioni derivanti dal latte di pecora e capra, produzioni concentrate soprattutto nelle province aquilana, teramana e pescarese.

 

“Un comparto importante ma con tante difficoltà legate soprattutto al riconoscimento del prezzo del latte bovino da parte dei grandi gruppi lattiero-caseari nazionali e locali – dice Alberto Bertinelli, direttore Coldiretti Abruzzo – uno degli aspetti di difficile soluzione senza una normativa cogente in materia è poi la mancanza di identità del prodotto finito considerato che, per i formaggi comuni e il latte a lunga conservazione non è possibile conoscere il luogo di mungitura del latte utilizzato. Problemi – aggiunge il direttore – su cui stiamo lavorando alacremente anche allo scopo di poter creare una filiera di prodotto locale volta anche al riconoscimento di denominazioni di origine dei tanti prodotti abruzzesi derivanti dalla trasformazione della materia prima”.

 

Sull’argomento interviene anche David Falcinelli, presidente di Aprozoo. “Anche lo sforzo di costruire una filiera che certifichi al consumatore la provenienza del latte lavorato – dice Falcinelli – rischia di essere vanificato dall’atteggiamento di alcuni industriali che prima impongono al mondo della produzione l’abbassamento del prezzo del latte e poi  suggeriscono alla grande distribuzione una riduzione dei listini di vendita all’ingrosso. Un atteggiamento altamente penalizzante per gli allevatori in quanto impedisce al mondo zootecnico di coprire i costi di produzione oggi mai inferiori a 40 centesimi litro. Purtroppo, in questa situazione, diventa sempre più alto il rischio della scomparsa della zootecnica abruzzese, paradossalmente ad insaputa del consumatore finale”.