Lettere

C’e’ raccomandazione e raccomandazione.

Quella del signor Rossi che raccomanda suo figlio al capo di una azienda,la stessa dove ha lavorato per tanti anni. Il figlio si e’ laureato (o diplomato)

da un paio di anni,e’ alla ricerca di un lavoro che lui e’ sicuro di poter fare bene.C’e’ crisi e i “posti” sono pochi.Il signo Rossi si preoccupa,come ogni padre di questa Terra.la signora Rossi ci piange su spesso. Cosi’ il signor
Rossi chiede di poter parlare con il capo della azienda dove appunto ha lavorato per tanti anni.Spiega la situazione,chiede che a suo figlio venga concessa la possibilita’ di  dimostrare che e’ all’altezza della nuova posizione. Ottiene il permesso,suo figlio viene intervistato a lungo,poi e’ sottoposto a un  test. Dopo due settimane il giovane Rossi ha il lavoro.
C’e’ un altro “stile” di raccomandazione:il vicepresidente di una banca che non vorrebbe suo figlio a contato con il cliente. Ci sono aziende che il vice presidente ha aiutato con grossi prestiti bancari. Una telefonata e il figlio del vicepresidente ottiene un lavoro molto ben remunerato.Ne ha
i meriti? Sono due esempi forse non tipici ma avete capito…
Negli Stati Unitiil tipo di raccomandazione “all’italiana” non esiste.
Non che i genitori (soprattutto0 non si preoccupino del futuro dei loro figli.
Sono i giovani (laureati,tecnici meccanici,insegnanti ecc.) a farsi
raccomandazioni,con fiumi di lettere,annunci sui giornali ,contatti continui  con le agenzie di collocamento,tutto un altro tipo di “raccomandazione”. Insomma preferiscono auto raccomandarsi in un certo senso.E’ questione di back ground,di mentalita’,di cultura.In
tanti anni di vita in questa nazione ho visto un modo direi sincero,
nella icerca del lavoro. Gli “scandali” che dobbiamo leggere molto spesso sui nostri giornali di questo o quello che ha “preso il lavoro” ..
in America si vedono raramente.E comunue sono quasi sempre bombardati da stampa e tv.
Chissa’ se in Italia questo ‘sistema yankee” potrebbe mai prendere piede…
Benny Manocchia.
USA
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