Gli anni Novanta ci hanno condotti ufficialmente per mano nell’epoca
del calcio-business. Il flusso di denaro investito nel settore calcistico
nell’ultimo ventennio ha causato una metamorfosi nelle modalità di
conduzione gestionale delle società di calcio, le quali hanno dovuto
abbinare alla gestione sportiva anche quella finanziaria e commerciale per
poter competere sui nuovi mercati che si prospettavano all’orizzonte.
Se in precedenza l’unico aspetto importante per i club erano i
risultati sul terreno di giuoco, ora fondamentali sono diventati anche
quelli economici, patrimoniali e finanziari. Ciò vale soprattutto per le
squadre che hanno deciso di quotare i propri titoli sui mercati
regolamentati.
Un processo di trasformazione che è stato completato all’estero, in
Inghilterra soprattutto, ma non in Italia, dove i club restano ancor oggi
ancorati a preistorici meccanismi che non massimizzano i reali profitti
del mondo calcio accontentandosi degli introiti classici.
La nostra analisi si inserisce nel filone di una serie di studi sulle
caratteristiche strutturali, sui comportamenti degli attori organizzativi
e sulle performance economiche del settore del calcio professionistico
allo scopo di comprendere se i club italiani abbiano o meno potenzialità
tali da innescare un circolo virtuoso che, muovendo dallo sfruttamento del
brand a fini commerciali e dalla gestione degli stadi, possa annullare il
gap da quell’Inghilterra lontana anni luce e che assume sempre più i
contorni di terra promessa sotto il profilo dei ricavi derivanti dalle
molteplici attività economiche oggi connesse al mondo del calcio.
Gioacchino Roberto Di Maio
L’ECONOMIA DEL CALCIO
Una prospettiva comparata Italia-Inghilterra
Edizioni Tabula fati
[ISBN-978-88-7475-416-8]
Pagg. 232 – ? 15,00