“Caspita che affollamento! Una armata alla Gengis Khan per dire che i 6 pini sul Lungomare Spalato non dovevano essere tagliati. Eppure era evidente ciò che le radici avevano causato. E comunque si è taciuto sul fatto che non ci sarà il deserto dei tartari perché, come pure abbiamo dichiarato, verranno sostituiti con altre piante meno invasive in accordo con la Soprintendenza ai Beni paesaggistici”.
Il sindaco Francesco Mastromauro replica a WWF, Legambiente Italia Nostra e FIAB Coordinamento Marche e Abruzzo che in una nota recente, criticando l’abbattimento dei pini sul Lungomare Spalato per la messa in sicurezza del marciapiede pedonale e la costruzione del nuovo tratto di ciclabile, hanno proposto di assegnare al primo cittadino il “Premio Attila”.
“Ricordo ai signori scesi così massicciamente in campo – prosegue il sindaco – che i pini sono famosi per il loro apparato radicale e per i problemi che ovunque causano quando vengono posti a dimora in prossimità di strade ed edifici. Le radici infatti crescono inizialmente a fittone e poi si espandono. Non solo inutile ma anzi dannoso tagliare le radici perché così si minerebbe fortemente la stabilità della pianta, con grossi rischi per gli edifici e le persone che si trovano nelle vicinanze. E comunque anche tagliandole non si risolverebbe il problema, in quanto le radici ricrescono e nel giro di qualche anno tornerebbero a sollecitare la pavimentazione stradale con la loro pressione. Ciò posto, la decisione di procedere al taglio non della pineta di Ravenna bensì di 6 pini, non si deve certo a una ferocia dell’Amministrazione comunale, tipo “Flagello di Dio”, bensì sulla scorta di una perizia eseguita non da esperti improvvisati ma da agronomi professionisti incaricati dal Comune. D’altro canto, il pessimo stato del marciapiedi e del fondo stradale in quel tratto di lungomare era sotto gli occhi di tutti. Non regge neppure l’accusa – continua Mastromauro – di carente e inadeguata gestione del verde. Come si possono fare critiche in coincidenza di eventi meteorologici che hanno provocato danni tanto gravi da indurre diverse Regioni, tra cui la nostra, a chiedere lo stato di calamità naturale? Del resto, una delle Associazioni che oggi lamenta la cattiva gestione del verde, e cioè il WWF, il 2 marzo scorso denunciava la potatura spinta di alcuni alberi nella nostra città. E invece io dico che quegli interventi di alleggerimento hanno evitato i grandi guai registrati in tante altre località. Viene però il sospetto che l’obiettivo del comunicato – conclude Mastromauro – sia altro. E cioè l’incarico per la redazione del progetto della pista ciclabile su cui si insiste in maniera assai sospetta. Come se le aspettative di qualche aspirante progettista non fossero state soddisfatte. Se così fosse, sarebbe gravissimo perché si metterebbe in dubbio la professionalità di un giovane tecnico sul quale il Comune ripone piena fiducia. Le associazioni scese in campo, parlando impropriamente di trasparenza e meritocrazia, mi sembra che avanzino anche dubbi sulle procedure seguite per conferire l’incarico. Ebbene il professionista è stato individuato dagli uffici tecnici attraverso una procedura che rispetta alla lettera le normative vigenti in materia di incarichi. Prova ne è il fatto che nessun ordine professionale ha mosso rilievi”.