Giulianova. Comitato di quartiere Lido. Il sindaco ad Arboretti: “Vada a rileggersi la Costituzione: esiste ancora la libertà di associazione. Siamo a Giulianova non nella Cambogia di Pol Pot”.
Il sindaco Francesco Mastromauro interviene dopo la richiesta del “Cittadino Governante”, indirizzata alla Segretaria comunale e inoltrata agli organi di stampa, relativa alle elezioni indette dal nucleo promotore per la ricostituzione del Comitato di Quartiere del Lido.
“La Segretaria comunale, interpellata, darà la sua risposta, come è giusto che sia. Da parte nostra non possiamo che sottolineare la solita, stancante tendenziosità, inconsistenza e superficialità del Cittadino Governante, che dimostra la sua abissale lontananza dai più elementari principi costituzionali, oltretutto degradando la politica ad una palestra di personalismi. Come quando si pretendeva – dichiara il sindaco – che un pubblico funzionario non potesse esprimere opinioni politiche. O quando si interrogava la Segretaria comunale per sapere se un organismo autonomo e indipendente potesse o meno approvare un proprio disciplinare di funzionamento. Ed ora una nuova “perla” della formazione arborettiana, che chiede se i cittadini possano o no organizzarsi come e quando vogliono. Certo non si pretende che la Costituzione sia conosciuta da tutti. Però – prosegue il primo cittadino – chi pretende di fare il leader di una forza politica, magari baldanzosa e velleitaria ma uscita con le ossa rotte dalla competizione elettorale, la Costituzione almeno dovrebbe leggersela. Non si tratta di emulare Costantino Mortati, ma solo di capire che per fortuna non siamo nella Cambogia di Pol Pot bensì in Italia. E in Italia– dice ancora Mastromauro – i cittadini possono organizzarsi come vogliono senza alcuna autorizzazione e senza alcun vincolo. Se il Comune di Giulianova attraverso un regolamento offre ai cittadini degli strumenti, questo non annulla, per fortuna, la grande libertà associativa solennemente dichiarata nell’art. 18 della Costituzione. Da ciò discende che i cittadini possono decidere di costituire tutti gli organismi popolari che vogliono anche secondo regole autonome da quel regolamento. Ed eleggere chi vogliono, quando e come vogliono. Ora, secondo Arboretti e i suoi il Comune dovrebbe “revocare” una libera iniziativa popolare. Questo sarebbe logico in una dittatura, non in democrazia. Il Comune infatti non può e, se potesse, non vorrebbe assolutamente “revocare” una libera iniziativa dei cittadini. Anzi, il Comune intende appoggiare e favorire questa iniziativa. Non si dimentichi che il Comune di Giulianova, come si conviene in una democrazia, favorisce e promuove ogni libera forma associativa popolare. Anche al punto di inserire nell’Albo comunale delle associazioni partiti politici furbescamente mascherati da associazioni culturali. Che dovrebbero avere almeno l’onestà di dichiararsi per quello che sono realmente”.