Italia. CORPO FORESTALE, INTERROGAZIONE ON. BRAMBILLA: “IL GOVERNO CAMBI ROTTA E, INVECE DI ABOLIRLO, LO POTENZI”

 

 

Se il governo abbia “attentamente considerato” le conseguenze della scelta di abolire il Corpo forestale dello Stato “nella realtà del nostro Paese, dove si commettono 3-4 reati ambientali all’ora, dove eco- e zoomafie sono in piena attività, dove il dissesto idrogeologico è un’emergenza nazionale” e se, “a seguito di una più matura ponderazione, non ritenga opportuno mutare orientamento, preservare l’autonomia e l’integrità del Corpo ed, anzi, potenziarlo”. Lo chiede – in un’interrogazione al Presidente del Consiglio e ai ministri delle Politiche agricole e dell’Ambiente – l’on. Michela Vittoria Brambilla (FI), presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, che non esita a definire “criminale” l’idea di “accorpare” la Forestale.

“Con 192 anni di storia – ricorda l’ex ministro del Turismo – il Corpo forestale dello Stato è una “polizia ambientale” dalle capacità e dalle competenze paragonabili solo a quelle dei “ranger” delle agenzie federali americane, altamente specializzata in tutela della biodiversità, monitoraggio delle foreste, lotta agli incendi boschivi, controlli agroalimentari dai produttori fino alla tavola, lotta all’inquinamento e al traffico dei rifiuti”.

Il corpo gestisce, secondo criteri unitari (a differenza dei Parchi nazionali, che sono autonomi) una rete di 130 Riserve naturali che si estende per 130 mila ettari e custodisce gran parte della biodiversità italiana. “Il che vuol dire – sottolinea l’on. Brambilla – gran parte della biodiversità europea, visto che il nostro Paese ospita il 30% di specie animali e quasi il 50% di quelle vegetali presenti sul continente”.

L’organico attuale del Corpo statale (dalla riorganizzazione sono esclusi i forestali – 10 mila solo in Sicilia – dipendenti dalle Regioni e Province autonome e la polizia provinciale) è di 8.000 unità, cui devono aggiungersi i 1.340 operai forestali assunti a tempo indeterminato, che si occupano delle 130 Riserve. “Numeri esigui – ricorda la parlamentare – a fronte della vera e propria esplosione, registrata negli ultimi decenni, di fenomeni come dissesto idrogeologico, alluvioni, incendi boschivi, speculazione edilizia e consumo del suolo agricolo, bracconaggio, distruzione di ambienti naturali ed inquinamento di vaste aree del Paese (coste, fiumi, aree agricole, aree urbane ecc.).

“Riassorbire la Forestale in altri corpi di polizia significa disperdere professionalità preziose”, conclude l’on. Brambilla, e distogliere “forze altamente specializzate” dalla vigilanza su un territorio straordinario e delicatissimo come quello dell’Italia: “E’ un errore gravissimo, un vero e proprio crimine, di cui spero che il Parlamento non si renda complice”.

 

 

Dida: On. Michela Vittoria Brambilla con l’Ing. Cesare Anselmo Patrone, Capo del Corpo forestale dello Stato