Capita molto raramente fare questa escursione, devi trovare una nevicata abbondante come in questi giorni ed a bassa quota, 600 metri, l’altezza di questi paesi.
Il backcountry si può definire un nuovo sport, ma attenzione ad alcuni rischi, perché si scia su terreni irregolari. L’avanzare può essere difficoltoso sia perché è facile trovare tronchi e rami abbattuti dal forte vento, sia dal peso e dal tipo della neve, se è molto alta, pesante, acquosa.
Il backcountry offre tante soddisfazioni, si pratica lontano dai centri abitati, dagli impianti di risalita, viene fatto maggiormente fuori pista, ma è obbligatorio informarsi sul pericolo valanghe e la qualità della neve.
Il backcountry non deve essere confuso con altri tipi di sport come lo sci alpinismo, il telemark ,che hanno un altro equipaggiamento, una diversa tecnica, dove i dislivelli sono pronunciati e si pratica a quote anche oltre i tremila metri, quindi si perde il fascino dei boschi e dei saliscendi. Qui è obbligatorio avere con se la pala, la sonda e l’ARTVA.
Il dislivello in questa escursione non è stato eccessivo, ma basta contentarsi. Nessun rumore di vetture, gli impianti di Passo Lanciano si scorgevano lontani, il tempo purtroppo è stato nuvoloso, ma il panorama immenso.
Orme di volpi, lepri, cinghiali, ma questa fauna selvatica non si è fatta vedere, probabilmente per non disturbare. A queste orme si è unita la mia traccia lasciata dagli sci sulla neve vergine.
Chissà cosa era quella palla rossa attaccata ad un’asta sulla torre di Polegro?
Interessante è stato osservare un piccolo albero, di cui non ho individuato la tipologia, cresciuto su una roccia, con le radici che venivano fuori, quasi a toccare il terreno.
Anche il panino, (pizza di pane all’olio con mortadella), acquistato in un forno a legna di Pretoro CH, consumato in una baita chiusa, haacquistato un sapore diverso.
Le foto sul link:
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Luciano Pellegrini agnpell@libero.it
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