Pineto. Vertenza Mercatone Uno, l’appello di Monticelli ai dipendenti

 

 

Il consigliere regionale del Pd invita i lavoratori

a sedere al tavolo delle trattative e a divenire imprenditori di loro stessi

 

 

“Proviamo a ripartire da voi. Sediamoci al tavolo con i sindacati e chiediamo tutti insieme quanto ci costa tutto questo”.

 

Così il consigliere regionale del Partito Democratico Luciano Monticelli è intervenuto poco fa durante il Consiglio comunale straordinario che si è tenuto nella città di Pineto per discutere relativamente la vertenza Mercatone Uno, la cui chiusura metterebbe a rischio il futuro di ben 70 famiglie della zona.

 

Numerosi i tentativi da parte delle istituzioni locali e regionali, che già si stanno muovendo nelle sedi opportune in cerca di una soluzione che scongiuri la possibilità, ormai sempre più prossima, riguardante la definitiva chiusura della nota catena di ipermercati per la grande distribuzione non alimentare.

 

Dal canto suo, il consigliere Monticelli, che ha già incontrato il vicepresidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli, ribadisce il suo impegno nel coinvolgimento di parlamentari, sindacati, portatori di interesse e comunità locali per reperire nuove opportunità, ma lancia una ulteriore possibilità, quella del ‘workers buyout’, un’operazione di acquisto di una società realizzato dai dipendenti dell’impresa stessa.

 

“Proviamo a rovesciare tutto – incita durante l’assise cittadina – perché il nucleo centrale siete voi lavoratori, che conoscete il territorio, le sue attività e il mercato. A voi chiedo, dunque, di utilizzare tutto ciò che è in vostro possesso al tavolo con i sindacati. Prendiamoci per mano e chiediamo tutti insieme quanto costa fare tutto questo. Non si tratta certo di un percorso semplice, ma possiamo provarci”.

 

 

 

Secondo il consigliere, infatti, i saperi, le competenze e le condizioni necessarie a fare nuove imprese ad alto potenziale di crescita sono prima di tutto nelle mani dei lavoratori. “In questo modo – conclude – non solo inventerete il vostro lavoro, ma anche quello di molti altri. Altrimenti corriamo il rischio che fra qualche anno sarete fuori perché la mobilità sarà terminata o perché non avrete trovato un’occupazione”.