Lettere

“Teramo per il cinema”.

Cosi decidemmo di chiamare, forse con un pò di campanilismo, una sezione dell’edizione numero 2 di Cineramnia, nell’ormai lontano 2006. Era un tentativo per contare e mettere in risalto le tante persone che a Teramo si occupavano professionalmente di cinema, in un contesto regionale di solito caratterizzato da uno sterile duopolio tra l’Aquila e Pescara.
Oggi, dopo dieci anni di festival, migliaia di cittadini coinvolti nella giostra dei provini e delle riprese, più di venti tra corti, documentari e lungometraggi (L’uomo fiammifero) prodotti e coprodotti, quattro candidature ai David di Donatello, siamo costretti a riscontrare l’assoluto disinteresse della Regione Abruzzo per la nostra manifestazione e per la nostra realtà.
Le poche risorse messe a disposizione dalla legge regionale sul cinema (la 98/99) finiscono come sempre ai soliti noti dello scacchiere regionale. Abbiamo chiesto ovviamente delle spiegazioni sui criteri di assegnazione dei fondi ma i criteri “oggettivi” di valutazione non ci sono stati comunicati. Sono stati valutati i curriculum delle associazioni e degli organizzatori? oppure la durata dell’evento? i giorni di proiezione? la qualità delle proiezioni? l’esportazione del lavoro svolto in altri contesti nazionali/europei? oppure provato a misurare la quantità di persone effettivamente coinvolte negli eventi proposti? l’attività didattica?
Infine sarebbe anche il caso che la commissione della legge cinema valutasse l’effettiva esistenza di alcune realtà e l’effettivo svolgimento di alcuni eventi: qualcuno ha per caso visto la tredicesima edizione a Teramo del festival The seventh art organizzato dall’AISAC? Noi no, eppure ha ricevuto una valutazione migliore di Cineramnia nella graduatoria della Commissione della legge cinema. Ma forse io e Marco Chiarini siamo troppo distratti.
Nel frattempo in attesa della legge regionale per la Film Commission – finalmente – che dovrebbe anche normare la questione degli eventi e delle iniziative cinematografiche: su quest’ultimo aspetto sarebbe forse il caso di ascoltare chi organizza eventi, festival e premi sul territorio regionale e di prendere in considerazioni le nuove direttive promosse dalla UE con Europa Creativa.

Dimitri Bosi
Marco Chiarini

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