La decisione del direttore del carcere di Castrogno di vietare o limitare in maniera inaccettabilela consegna dei cibi inviati ai detenuti della sezione di alta sicurezza da parte dei familiari, ha suscitato una comprensibile azione di contestazione nonviolenta.
Circa 80 carcerati stanno portando avanti da giorni un severo sciopero della fame in una struttura che già soffre per le gravi carenze strutturali e il cronico problema del sovraffollamento.
Se le esigenze poste a base della contestata decisione sono di natura meramente igienica e organizzativa, andrebbe allora verificata la possibilità di risolvere ogni questione in tempi brevi.
Invitiamo i rappresentanti istituzionali, dalla Regione al parlamento, a occuparsi di questa vicenda, come più in generale dei gravi problemi determinati dall’inadeguatezza delle strutture carcerarie e a recarsi quindi presso la Casa Circondariale di Castrogno per incontrare i detenuti impegnati nella lotta nonviolenta, personale e, ovviamente, il direttore.
Maurizio Acerbo, Rifondazione Comunista
Vincenzo Di Nanna, Amnistia Giustizia Libertà – Abruzzi