Lettere

Caro Direttore, negli Stati Uniti non esiste il cosiddetto canone tv. Le stazioni

 

televisive si reggono principalmente con i profitti degli annunci pubblicitari,che in verita’ sono molti :sei minuti nei programmi di mezz’ora, 12 (e anche piu’) nei programmi di un’ora. Non esiste rete tv di proprieta’ del governo. Quando una

televisione non piace, gli spettatori diminuiscono e cosi’ anche – di pari passo – la pubblicita’. Qui in USA (e penso nelle altre parti del mondo dove giunge Rai Italia) noi paghiamo un tanto al mese. Ci vanno vedere in gran parte i programmi che vedete in Italia,ma non le partite internazionali che si disputano fuori della penisola.Nello sport ci sono anunciatori a dir poco ridicoli che dicono “illa pallone,illa giocatore,illa portiere” ed altri gioielli del genere.Quello che di solito segue le partite piu’ importanti spessp dioe che l’arbitro   “ha sbagliato” ed altre finezze del genere.Poco male.Spesso il microfono va alla testa di chi si sente tuttologo.Non parliamo poi dei programmi mattutini dove si spiega al mondo che l’Italia e’ un paese di uomini che si divertono ad uccidere le proprie mogli…e giu’ chilometri servizi,contatti video,inviati speciali per spiegare che i magistrati non capiscono un accidenti,che l’assassino e’…insomma avete capito.Piu’ avanti nella giornata arriva La vita in diretta ed anche qui,signori,abbiate pieta’,la Rai non e’ una pubblicazione a  sfondo crimen.E gli annunciatori ogni giorno ricordano che se non pagate il canone Rai be;,finirete in galera…Allora,caro Direttore,gli italiani si fanno sentire praticamente su ogni questione,dalla politica allo sport,ma mamma Rai non va toccata.Quindi,pagate e zitti…Benny Manocchia

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