Pineto. LA CRISI DEL MERCATONE UNO E IL COMPRENSORIO
La crisi del Mercatone Uno investe tutto il nostro comprensorio. I confini comunali angusti non hanno alcun significato nella crisi di un’azienda che pur allocata nel Comune di Pineto, ci investe come un’onda tellurica che si propaga inesorabilmente all’indotto ed alle piccole e medie aziende che lavorano intorno all’attività commerciale. In ballo c’è il futuro dei tanti lavoratori in lotta e non solo.
Oltre al saluto ed alla solidarietà mia personale e del del gruppo consiliare PD di Atri ai dipendenti in lotta per il posto di lavoro, permettetemi di dire che il nostro territorio perderebbe anche un servizio commerciale che in questi anni è stato utile per i cittadini e per la comunità.
Si tratta di una situazione gravissima, ma purtroppo la notizia non ci ha sorpreso: infatti tutti avevano già compreso negli ultimi mesi che la situazione aziendale stava rapidamente degenerando.
Anch’io ho avuto, da cliente del Mercatone di Pineto , nei primi giorni della svendita, un’esperienza a dir poco traumatica. Come tanti mi sono recato, credendola una normale svendita, nel punto vendita per acquistare un articolo di cui da tempo avevo bisogno attratto anche dagli sconti, ma guardando i visi del personale oramai familiari e sempre professionali, ho potuto cogliere in essi, lo scoramento e la grave preoccupazione. Sono stato colto dal disagio e rinunciando all’acquisto, ho imboccato, quasi di corsa, il varco riservato ai clienti che non effettuano acquisti, portandomi dietro un grande turbamento.
Un ‘esperienza inedita che mi ha fatto riflettere, come tanti credo in questi giorni, su che cosa voglia dire la precarietà del lavoro e la dinamica incredibilmente stritolante delle logiche strettamente mercantili e capitalistiche che, in mancanza di un reale retroterra dato dalla sicurezza sociale e dal welfare, portano a situazioni di grande disagio sociale.
Negli ultimi tre anni varie iniziative aziendali dovevano avere lo scopo di consentire un processo di riorganizzazione dei punti vendita, tale da rilanciare l’azienda e renderla competitiva per salvaguardare l’occupazione.
L’immobilismo, la mancanza di iniziativa anche sul piano commerciale hanno caratterizzato l’andamento degli ultimi tre anni, contribuendo ad aggravare gli inevitabili effetti della crisi economica.
A nulla, quindi, sono serviti i sacrifici che lavoratrici e lavoratori hanno fatto negli ultimi anni.
All’inizio di questa vertenza, con le organizzazioni sindacali, il gruppo illustrò la forte crisi dell’azienda e non nascose che la riuscita del piano di rilancio richiedeva, oltre a un accordo con i creditori, “la ricerca e l’intervento di un investitore in grado di supportare e dare continuità ai piani in corso di definizione.” Le manifestazioni di interesse da parte di investitori industriali e di fondi di investimento (italiani ed esteri), pare che ci siano, bisogna, in questa fase, vigilare che tutto sia svolto nella massima trasparenza per assicurare un effettivo rilancio aziendale nell’interesse dei lavoratori coinvolti dall’eventuale passaggio ad altro operatore.
Siamo troppo abituati a tentativi maldestri e speculativi per restare tranquilli di fronte alle manovre che in questi giorni vi saranno.
Confidiamo nella unità che su questi problemi si viene a creare tra le forze politiche, i sindacati , le istituzioni che devono cooperare per le soluzioni più idonee per la salvaguardia dei posti di lavoro che in tempo di crisi hanno un valore veramente immenso. Confidiamo nel tavolo ministeriale e nella capacità che i rappresentanti dei lavoratori sapranno costruire un percorso virtuoso per fare uscire dall’incubo della disoccupazione tante famiglie del nostro comprensorio.
Lo sciopero nazionale del Mercatone Uno indetto dai sindacati per il 1° aprile ed il tavolo al Ministero aperto sul problema, ci danno atto della mobilitazione che coinvolge circa 3700 dipendenti.
Infine vorrei fare una raccomandazione ai rappresentanti dei lavoratori e delle istituzioni che lavoreranno per questa difficile vertenza:
– Massima informazione in tutte le fasi e massima trasparenza degli accordi.
Il Capogruppo Consiliare del PD
Alfonso Prosperi