di Domenico Logozzo *
Il grande cuore dell’Abruzzo durante la Resistenza e la riconoscenza di chi è stato protetto da un popolo generoso. L’altruismo una regola di vita. Lezioni da rileggere, attraverso le pagine di storia scritte da chi ha vissuto per mesi con la paura di essere catturato e fucilato dai tedeschi. Fuggiaschi sulla Majella o nei paesini, coperti da persone che non avevano esitato a mettere a repentaglio la loro vita per salvarli. Da un capo all’altro dell’Abruzzo. Ricordi indelebili nella mente di chi è stato aiutato. Da Scanno a Penne. Un lungo e solido filo di solidarietà. Tanti racconti. Tanta gratitudine. Dall’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ad uno dei fondatori di Repubblica, Mario Pirani, recentemente scomparso.
Penna raffinatissima del giornalismo italiano, l’autore del libro “Poteva andare peggio”, intervistato da Serena Dandini nella trasmissione Rai “Parla con me”, aveva raccontato la sua infanzia, ricordando quando riuscì a sfuggire “ad una razzia di nazisti repubblichini, nelle strade di un paesino abruzzese”. Spiegò: “Eravamo nascosti a Penne. Un parroco mi afferrò per un braccio e mi disse: “Vieni, vieni figlio mio, vieni”. Mi chiuse nell’armadio a muro della sua parrocchia”. Provvidenziale l’aiuto del sacerdote. Al sicuro appena in tempo. Sentì subito dopo provenire dall’esterno della canonica le urla dei minacciose dei tedeschi: “Banditen”. E l’abbaiare dei cani. Momenti terribili. Mai dimenticati: “Ho questo ricordo quasi sonoro, la colonna sonora di quel momento”.
Mario Pirani, nel marzo del 2001, fece una lunga intervista ad un altro grande uomo della Resistenza, salvato dagli abruzzesi: il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Il giovane sottotenente si era rifugiato in Abruzzo nel settembre del 1943 rimanendovi fino al mese di marzo del 1944. Accolto calorosamente. Un legame forte. Mai interrotto. Riconoscenza e orgoglio. L’Abruzzo che si fa amare. E che onora chi difende i valori della libertà. Come ha fatto Scanno, che il 4 agosto 1996 all’allora ministro del Tesoro Ciampi conferì la cittadinanza onoraria.
“Giunsi in questo paese – disse il futuro presidente della Repubblica nel discorso ufficiale – dopo l’8 settembre 1943 quasi per caso, e il caso si impersonò nell’amico Nino Quaglione. Vi giunsi dopo aver provato, come tanti giovani militari, l’amarezza della dissoluzione dell’esercito, l’umiliazione della disfatta, la rabbia perché non ci era stato dato modo di reagire. Se fummo capaci di ritrovare i punti cardinali di riferimento, di riconquistare la serenità dell’animo, di fare le conseguenti scelte e di perseguirle con determinazione, di sentirci di nuovo parte viva di una società di uguali, ciò fu dovuto al clima umano che respirammo in queste montagne, in questa terra d’Abruzzo. Una popolazione povera, provata da anni di guerra, semplice ma ricca di profonda umanità, accolse con animo fraterno ogni fuggiasco, italiano o straniero; vide in loro gli oppressi, i bisognosi, spartì con loro “il pane che non c’era”; visse quei mesi duri, di retrovia del fronte di guerra con vero spirito di resistenza, la resistenza alla barbarie” .
Gente buona. Leale. Elogio all’Abruzzo, sottolineato nell’intervista concessa a Mario Pirani: “Ricordo, solo per fare un esempio fra i tanti, che quando ero rifugiato a Scanno in attesa di passare le linee, nascosto con me vi era un ebreo romano, Beniamino Sadun, ma, mentre paventavamo l’arrivo di tedeschi o di repubblichini, nessuno temeva una spiata di qualcuno degli abitanti, tanto vivo era il sostegno che sentivamo attorno a noi. Del resto lì vicino passava quello che veniva chiamato il sentiero della libertà, un impervio passaggio attraverso il massiccio della Majella, da dove tanti prigionieri angloamericani transitarono con l’aiuto dei nostri contadini. Di lì passai anch’io per riandare ad indossare la divisa nell’esercito dell’Italia libera. Spero di tornarci fra qualche mese ad una cerimonia di commemorazione che si sta organizzando”.
E Ciampi vi ritornò il 17 maggio, per dare il via alla prima edizione del “Sentiero della libertà – Freedom Trail” da Sulmona a Castel di Sangro. “A voi giovani ripeto l’invito che rivolgeva a tutti gli uomini il vostro grande poeta Ovidio: guardate in alto, rivolgete sempre gli occhi alle stelle; abbiate ideali, credete in essi e operate per la loro realizzazione. Questo è ciò che la mia generazione e la generazione dei vostri nonni vi trasmette, vi affida come messaggio che sono sicuro saprete onorare ed affermare sempre di più”. Un messaggio che ha trovato positivi riscontri anche nella crescente partecipazione dei giovani alla manifestazione organizzata dall’associazione culturale “Il Sentiero della Libertà/Freedom Trail”, con il Liceo Scientifico Statale Fermi di Sulmona. La quindicesima edizione prenderà il via venerdì Primo Maggio dal Campo di concentramento n. 78 di Fonte d’Amore, nella ricorrenza del 70° anniversario della fine della seconda guerra mondiale con la Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista.
*già Caporedattore del TGR Rai