Anthony Quinn per abitudine ogni volta che mi incontrava diceva: il mio abruzzese preferito…Gli avevo parlato a lungo della nostra regione,che comunque lui aveva visitato molte volte insieme con la
USA. Vorrei ricordare un caro amico che il 21 di questo mese celebrerebbe il suo centesimo anno di eta’.
sua moglie italiana Jolanada Addolori. La prima volta che lo intervistai mi
diede una specie di esame:dove era nato,la sua eta’,quanti film…Poi si risenti’ che io lo intevistavo in inglese mentre lui avrebbe voluto sciorinare il suo italiano,con piccole cadenze messicane.E dirigeva il mio fotogr afo come prendere le migliori.posizioni.E anc ora piu’ aavnti gli dissi che sembrava un po’ stanco,forse lavoravo roppo… Non lo avessi mai fatto:mi ricordo’ che aveva fatto dieci vasche e poi un po’ di footing per Manhattan.Si calmo’ quando sua moglie ci disse che il brunch era pronto. Gli spiegai che il direttore di Gioia mi aveva chiesto di intervistarlo perche’ le lettrici lo ammiravano tantissimo..
D’accordo,avrebbe risposto a tutt ele domande ma voleva vedere il fax prima che io lo amndassi in Italia.
Quando capi’ che mantenevo la parola, Anthony Quinn dimostro’ tutto il suo calore latino e la sua ammirazione per l’Italia e gli italiani.Mi invito’ a
Los Angeles piu’ di una volta ed ogni volta mi presentava una star,come li
chiamava lui:Gregory Peck,Charlton Heston ed anche un paio di belle donne.,Spesso ripeteva che “lassu’ non mi vogliono ancora,non c’e’ spazio per uno come me” e rideva,rideva. Era di sentimenti onesti,chiari e semplici cosi’ come era ruvido e dietto nei suoi contatti. Lavoro’ molto in Italia e con Burt Lancaster fu uno dei divi di Hollywood a parlare sempre
con simpatia ed affetto,forse tanto quanto ha fatto da sempre Clint Eastwood.
Ci siamo scritti fino alla fine. Il 21 di aprile lo ricorderanno in USA e milioni di messicani che lo hanno amato profondamente .
Benny Manocchia..