IDILL’IO n° 12 MARIO GIACOMELLI MARIO VESPASIANI LA QUARTA DIMENSIONE

IDILL’IO n° 12

MARIO GIACOMELLI 

MARIO VESPASIANI

 

LA QUARTA DIMENSIONE

 

OPENING 9 MAGGIO 2015 ore 18

DAL 9 MAGGIO AL 17 GIUGNO 2015

 

IDILL’IO la galleria di Pio Monti a Recanati è lieta di presentare LA QUARTA DIMENSIONE nella fotografia di Mario Giacomelli e Mario Vespasiani. La Quarta Dimensione per Mario Vespasiani è l’affinità con alcuni maestri dell’arte italiana, presenti in vari momenti della sua ricerca. Il suo non vuole essere un “omaggio” ma un dialogo diretto e rispettoso portato avanti da diversi anni con una piccola dose di audacia. Dopo Lorenzo Lotto, Osvaldo Licini e Mario Schifano è la volta di Mario Giacomelli, il grande fotografo che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare con una sensibilità descrittiva ricca di sublime poesia, il paesaggio leopardiano e i temi del nostro vivere come l’amore. Le immagini di Mario Vespasiani sono tratte dalla serie Mara as Muse dove la sua donna è ritratta come icona di bellezza a contatto con la natura fino a perdere il senso della carne. S’instaura tra le opere dei due autori, entrambi marchigiani, un dialogo di forte impatto emotivo dove “la buona terra” delle Marche si esprime nelle ossa, nella pelle, nei capelli di corpi come scenari di esperienza in cui l’essenza vitale è immutabile ed eterna. I loro sguardi fissano attimi di estrema interiorità rivelata dal senso astratto del bianco e nero, per restituirci momenti di poesia da contemplare in tutti i suoi aspetti.

Scheda tecnica

Mario Giacomelli – Mario Vespasiani La quarta dimensione

a cura di Nikla Cingolani

Dal 9 maggio al 17 giugno 2015

Apertura su appuntamentoidillio11@gmail.com / tel. +39.339.8777521

 

IDILL’IO Arte contemporanea Piazza Giacomo Leopardi 15 Recanati MC

 

 

 

Mario Giacomelli è uno dei maggiori fotografi italiani del Novecento. Nato nel 1925 a Senigallia, ha realizzato a partire dai primi anni cinquanta lavori che sono entrati nella storia della fotografia italiana. Alcune sue immagini sono diventate col tempo simbolo riconosciuto della ricerca espressiva italiana nel mondo. Ha scardinato, soprattutto nei lavori realizzati tra gli anni cinquanta e sessanta, i tradizionali concetti di impostazione classica dell’immagine nel linguaggio fotografico.

A partire dagli anni ’60 le sue opere sono state presentate nei più importanti spazi espositivi del mondo, dalla Photokina di Colonia nel 1963 al MOMA di New York (1964), dal Metropolitan di New York (1967) alla Bibliothèque Nationale di Parigi (1972), dal Victoria & Albert Museum di Londra (1975) al Visual Studies Workshop di Rochester (1979) e poi Venezia, Providence, Parma, ancora New York, Mosca, Arles, Amsterdam, Tolosa, Bologna, Londra, Rivoli fino alle recenti antologiche di Empoli, Losanna e Roma. Si è spento il 25 novembre 2000, all’età di 75 anni.

 

 

Mario Vespasiani è uno dei talenti dell’arte italiana. Nasce nel 1978 vive e lavora a Ripatransone, le sue opere adottano un linguaggio simbolico e la sua pittura parla di un più vasto itinerario dell’anima, incentrandosi sul profondo mistero della creazione e sulla trasmissione dei moti dello spirito. Nel 2008 a dieci anni dalla prima personale realizza la mostra che avvia il progetto denominato “La quarta dimensione” attraverso il quale propone un dialogo con alcuni grandi maestri dell’arte italiana a lui particolarmente vicini in un determinato momento della ricerca. Il primo evento avvenne con Mario Schifano mettendo in risalto il colore e il gesto pittorico che contraddistingue il procedere istintivo dei due autori, per l’approccio grintoso, per la carica vitale e mai prevedibile della pittura. Nel 2010 presso la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Ascoli Piceno le sue opere si affiancarono all’astrattismo lirico di Osvaldo Licini in questo momento le tele di Vespasiani sempre meno figurative forniscono una panoramica del tratto pittorico che raggiunge soluzioni stilistiche più evanescenti ed essenziali. Nel 2012 presenta il dialogo in tre sedi con i capolavori di Lorenzo Lotto uno dei più grandi interpreti del ritratto, capace di rivoluzionarne i codici e la mostra ha focalizzato l’attenzione proprio sull’interpre