Un dramma che non trova ancora fine: liberati ma non ancora rilasciati.
Questa e’ per il momento la situazione che in Gambia grava ancora sull’ abruzzese De Simone, di Silvi, e sul marchigiano Liberati, di San Benedetto del Tronto, rispettivamente capitano e direttore di macchina del motopescherecchio Idra Q appartenente all’ Italfish di Martinsicuro. Alcuni giorni fa il deputato Sel Gianni Melilla, che si e’ attivato per questa vicenda fin dalle sue prime fasi, ha scritto al Ministro degli Affari Esteri Gentiloni per far presente la gravità dell’ accaduto e invocare necessariamente un rapido intervento risolutivo dal Ministero.
A fine febbraio l’ imbarcazione era stata fermata e sequestrata in Gambia a causa di una rete da pesca reputata irregolale per il mancato rispetto delle dimensioni delle maglie: di 68 mm invece di 70, reti sotto misura quindi con maglie più strette di quanto concesso. Dopo un’ udienza definita “sommaria”, dal 2 marzo 2015 Sandro De Simone ha trascorso 15 gg nel carcere Mile Two di Banjul, capitale del Gambia; mentre Liberati una settimana. Grazie all’ intervento dell’ Italfish, la societa’ armatrice, sono state intavolate trattative tali con le autorità gambesi da conquistare la scarcerazione dietro garanzia e cauzione dalla stessa società. Dopo la sentenza di dissequestro emanata dal giudice e la notizia di scarcerazione accolte con grande entusiasmo, l’ incubo sembrava finito.
Ma la felicita’ ha vita breve poiche’ pare che ora sia la polizia ad opporsi alla sua esecuzione. La nave resta bloccata sotto sequestro in Gambia e con essa Sandro De Simone (che intanto era passato a detenzione domiciliare in un hotel di Banjul), Massimo Liberati, il nostromo Vincenzino Mora di Torano Nuovo e 25 membri di equipaggio: a nessuno di loro e’ stato restituito il passaporto e ci si chiede perche’ e da chi venga impedito il loro ritorno a casa.
Doriana Roio