“Per combattere la pedofilia e in generale gli abusi sui minori non abbiamo bisogno, se non in piccola parte, di nuove leggi, ma di attivare “anticorpi” nella società, raccogliendo conoscenze, diffondendo buone pratiche, impegnandoci in campagne di sensibilizzazione. A partire dalle scuole, con l’educazione all’uso del web”. Lo ha affermato oggi l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, intervenendo al convegno di Telefono azzurro “Pedofilia: nuovi strumenti per un’azione concreta”.
“Come ha detto domenica il Capo dello Stato – prosegue l’on. Brambilla – per questa battaglia c’è bisogno di “uno straordinario impegno culturale”, di una mobilitazione ancora più forte delle istituzioni (in particolare del mondo della scuola), delle associazioni, della società civile e dei media”.
“Negli anni e da ultimo con la ratifica del trattato di Lanzarote – ricorda la presidente, che è anche responsabile del dipartimento per il sociale e la solidarietà di Forza Italia – abbiamo prodotto un sistema di norme considerato all’avanguardia, che consente di punire severamente questi orribili reati. Ciò che ancora non siamo riusciti a fare è costruire intorno all’armatura delle leggi un solido edificio di conoscenze, di buone pratiche, di sensibilizzazione. Non si è investito per dare all’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile il ruolo previsto nella legge istitutiva. Gli uffici della polizia postale e telematica sono stati colpiti anch’essi dalla scure dei tagli. E quanto alla sensibilizzazione, manca obiettivamente una strategia meditata, coerente e di medio-lungo termine”.
“I dati di Telefono azzurro e ciò che ho potuto ascoltare durante le audizioni – continua – mostrano che dobbiamo puntare decisamente, nelle scuole, su una nuova “materia”: l’educazione all’uso del web. Essere “nativi digitali” non è garanzia di salvezza. Non è facile per un minore riconoscere e neutralizzare i pericoli che si incontrano durante la navigazione, anche perché il cyberpedofilo è un manipolatore spesso abilissimo nel conquistare la sua fiducia”.
“Il problema della pedofilia – conclude l’on. Brambilla – non si risolve con la bacchetta magica. Ma la consapevolezza, la fiducia nei genitori e negli educatori, la prontezza alla denuncia sono armi potenti in mano ai ragazzi, alle famiglie, alle scuole, alle associazioni, per battere gli orchi in agguato”.