Per una maggiore qualificazione dei giovani a servizio della società
Dagli alpini abruzzesi residenti all’estero una voce comune “voi che siete in Italia sensibilizzate le autorità a ripristinare il servizio militare di leva”, voce che viene raccolta dall’alpino Sergio Paolo Sciullo della Rocca decorato medaglia d’oro mauriziana della Repubblica Italiana delegato per gli alpini abruzzesi all’estero che in una recente intervista ha dichiarato: “per esperienza diretta, posso testimoniare che i militari di leva sono stati una grande risorsa operativa e di volontà nell’ambito delle Forze Armate italiane, energia giovane in particolare per noi alpini animata spesso da un forte amore per la montagna e per le varie discipline ad essa collegate come lo sci e l’alpinismo, non disgiunta dalla forza dei vent’anni che li ha visti sempre emergere sia nelle attività prettamente tattico militari e sia nella pratica della montagna. Uomini che spesso chiedevano di fare di più per entusiasmo, per spirito di corpo, per tradizione di famiglia, esperienze queste che dopo il congedo li portavano ad essere parte attiva e qualificata nella società nell’ambito della Protezione Civile, nel Soccorso Alpino e nelle varie espressioni di volontariato nei paesi di residenza. In questa ottica e con questo retaggio morale gli alpini emigranti all’estero per lavoro, hanno testimoniato e testimoniano ancora oggi con orgoglio l’italianità autentica in Australia, Sud Africa, Canada, Belgio, Svizzera, Stati Uniti, Brasile e Argentina costituendo oggi più che mai, un riferimento certo per le Ambasciate Italiane e per le autorità di questi paesi. Un sano orgoglio che nel mondo ha testimoniato i valori cardini di Dio, Patria e Famiglia, valori questi che oggi si spengono Dio sostituito da un credo qualsiasi, la Patria sostituita da paese scritto con la p minuscola, la Famiglia sostituita dalla parola convivenza. In questo quadro di valori e di risorse umane giovani, il servizio militare di leva andrebbe ripristinato dando anche la possibilità al Cittadino di servire la propria patria. Esperienza positiva che oggi viene praticata a domanda nella formula “Pianeta Difesa” che vede i giovani vivere l’esperienza militare per tre settimane, testimonianza questa che rispecchia comunque una volontà popolare”. Dopo questo pensiero qualificato, abbiamo chiesto al presidente della Sezione ANA Abruzzi Giovanni Natale quale fosse il suo orientamento in merito ad un ripristino del servizio militare di leva, è lo stesso ha così risposto: “l’esperienza militare per i giovani, offriva loro sicuramente la possibilità di conoscere delle realtà disagiate, ma anche di vivere le meraviglie della montagna, offrendo ad alcuni anche opportunità linguistiche come si è rivelato per molti alpini che hanno prestato servizio in Alto Adige dove hanno potuto apprendere e partecipare anche a corsi di formazione in lingua tedesca, la leva va anche detto che ha dato un contributo determinante anche ai Corpi di Polizia dello Stato sopperendo alle carenze organiche e garantendo l’ordine pubblico, certamente l’ambiente militare si è sempre rivelato determinante per la formazione del carattere e dello spirito dell’uomo, decisamente non vedrei male il ripristino del servizio di leva da parte del cittadino, magari attualizzandone meglio la formazione e la durata”. Sicuramente questi pareri ci offrono una sana meditazione sia per l’opinione pubblica e sia per le autorità istituzionali per una maggiore rispondenza all’art. 52 della Costituzione della Repubblica Italiana (La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l’esercizio dei diritti politici.) che molti vorrebbero rivedere attuato.