Grazie alla Ue, nell’Adriatico un sistema all’avanguardia a sostegno del sistema nazionale ed europeo di Protezione civile
Il bilancio complessivo delle inondazioni che lo scorso anno hanno devastato i Balcani è di 77 vittime di cui 51 nella sola Serbia. A queste vanno aggiunti anche le vittime sulle coste abruzzesi e marchigiane: perché l’intensità di questi fenomeni deve portarci a leggere l’Adriatico – anche dal punto di vista della Protezione civile – come un unico ecosistema.
Siamo di fronte a uno dei presupposti fondamentali del progetto AdriaRadnet, che nasce proprio al fine di migliorare la previsione e la gestione degli eventi idrometeorologici disastrosi.
Questa iniziativa prevede infatti lo sviluppo e l’implementazione di un sistema composto da mini radar e da moderni sensori e modelli numerici di previsione idrometeorologica avanzati, integrati verso differenti tipologie di utenza. I radar sono stati istallati in Abruzzo, Marche, Albania e Croazia.
Trasferimento tecnologico, omologazione delle procedure amministrative e operative, condivisione dei dati, definizione di un modello di governance per la protezione civile incentrato sulla regolamentazione e sulla cooperazione tra i Paesi che si affacciano sull’Adriatico. Questi i temi principali di questo ambizioso progetto. Proprio in un momento di profonda disaffezione nei confronti delle Istituzioni comunitarie è fondamentale che i cittadini europei comprendano come vengono finalizzate le risorse e quanto sia importante un’integrazione delle capacità in alcuni settori strategici; e tra questi certamente spicca quella per la gestione delle calamità naturali. Particolarmente attivo il Cfa (Centro funzionale d’Abruzzo) guidati Antonio Iovino che ha voluto sottolineare come il sistema della protezione civile abruzzese sia un vero e proprio modello d’eccellenza in grado di coniugare il fattore umano, la dimensione del volontariato (cresciuta esponenzialmente dopo il terremoto di L’Aquila) e delle tecnologie leader a livello nazionale e internazionale: “Presto saremo in grado, sul versante delle emergenze idrometereologiche, di produrre previsioni e notizie sempre più congruenti alle popolazioni e agli operatori, in modo da mettere in campo azioni tempestive”.
Nel progetto brillano alcune tecnologie d’eccellenza del nostro Paese, infatti la società che si è aggiudicata le quattro gare d’appalto per la fornitura e l’istallazione dei miniradar è la società toscana Eldes, mentre per la condivisione dei dati in tempo reale è stata scelta la piattaforma Dewetra sviluppata per il Dipartimento di Protezione Civile italiano dalla Fondazione Cima.
Il progetto AdriaRADNet è entrato nella sua fase operativa con la campagna di misure (CAO – Central Adriatic Operational campaign). Questa attività ha permesso di testare le funzionalità del radar in banda X installato a Tortoreto (Te). Il Centro Funzionale d’Abruzzo, in collaborazione con il CETEMPS e con il Centro Funzionale delle Marche, ha proceduto al monitoraggio di eventi meteo-idrologici, in modo particolare quelli che interessano il versante adriatico.
Ha concluso Iovino: “L’analisi congiunta delle situazioni meteorologiche, la condivisione di strumenti, modelli numerici e informazioni tra i diversi partner, al fine della previsione meteo-idrologica e della valutazione dei possibili effetti al suolo, è infatti uno degli obiettivi primari che il progetto Adriaradnet persegue.”
I risultati preliminari di questa Campagna di osservazione sono stati presentati alla European Geosciences Union (EGU) General Assembly 2015, tenutasi a Vienna dal 12 al 17 aprile scorsi, nella sessione Natural Hazard – NH1.1 – “Extreme meteorological and hydrological events induced by severe weather and climate change”.
Adriaradnet è cofinanziata dal Programma di Cooperazione Transfrontaliero IPA Adriatico e il soggetto leader è il Centro d’Eccellenza dell’Università dell’Aquila Cetemps, diretto dal prof. Frank Marzano.