.Per un po’ di tempo venne
definita Irish mafia. Degli italiani nemmeno l’ombra.In questa galleria di anti-italians (in ogni film si parlava dell’Italia e dei nostri connazionali in termini burleschi,a dire poco) spunto’ fuori un genio che si era innamorato della macchina cinematografica durante la sua permanenza nell’esercito americano.
L’omino,giunto in USA da Bisacquino,in Sicilia.dove era nato il 18 maggio 1897,
si mise subito in mostra come assistente di un regista dell’epoca. E non ci volle molto per arrivare al berretto di regista. Tra lo stupore di molti giro’
It happened one night – avvenne una notte con Clark Gable e Claudette
Colbert. Ed ecco il primo Oscar,tra l’invidia (bisogna ammettere) di chi non
amava gli italiani nel loro mondo. Uno stile invidiabile,sereno,sincero,che metteva in mostra il suo affetto verso il “popolo comune”.
Due anni dopo ecco Mr.Deeds goes to town (il signor Deeds viene in citta’)
con Gary Cooper e Jean Arthur,la bella attrice che entro;’ nel cuore di Capra e la incluse in alcuni suoi film. Nessuna sorpresa quando anche questo film becco’ un Oscar.
Il terzo giunse due anni dopo con You cant take it with you, non puo’ portarli con te (dopo la morte).,con James Stewart,di nuovo Jean Arthur e un folto gruppo di attori di valore. Tre Oscars in tre film. E gli italiani “sfondarono” il muro di Hollwyood.
Frank Capra era un poeta della cinematografia,portava lacrime ai tuoi occhi nei suoi film umani,veri.Milioni di americani impararono ad amarlo.
Mori’ il 3 settembre del 1991. Alcuni anni prima mi disse:il cinema dovrebbe essere un appoggio sentimentale per chi ha problemi nella vita.
La Loren,Mastroianni,Rossano Brazzi e tanti altri giunsero a Hollywood trovando le colline di quel paese dei balocchi ben levigate da quell’omino siciliano che aveva il cinema nel cuore.
Benny Manocchia