Erede di “Antitodo”, il progetto Life “Pluto” forma i Nuclei Cinofili Antiveleno che opereranno sul territorio nazionale

Assergi 26/06/2015 – Rivolto al personale che costituirà i futuri Nuclei Cinofili Antiveleno attivi sul territorio nazionale, si è tenuto nella Riserva Naturale Statale di Marsiliana (GR) un corso di formazione organizzato dal Corpo Forestale dello Stato in collaborazione con il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga nell’ambito del progetto LIFE “Pluto”, del quale l’Ente Parco è beneficiario coordinatore, progetto che ha raccolto l’eredità del precedente progetto LIFE “Antidoto”.

 

Il corso, a cui hanno portato il loro contributo esperti del CFS e del Parco, oltre che del Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria dell’Istituto Profilattico Sperimentale delle regioni Lazio e Toscana e della Guardia Civil spagnola, sezione SEPRONA, ha avuto l’obiettivo di qualificare il personale che andrà a costituire i sei Nuclei Cinofili del Corpo Forestale dello Stato del progetto LIFE PLUTO ed altri nuclei previsti nell’ambito dei progetti LIFE “Medwolf” e “MIRCO Lupo”, che opereranno nell’Italia peninsulare e centro meridionale. Tali Nuclei Cinofili andranno, dunque, ad aggiungersi ai primi due attivati in Italia grazie al progetto “Antidoto”, efficacemente operativi dal 2010, ed ai quattro attualmente in attività lungo l’arco alpino nell’alveo del progetto LIFE “WolfAlps”.

 

Proprio grazie alla sinergia in atto tra i tre progetti Life, il corso ha potuto coinvolgere circa quaranta unità del Corpo Forestale dello Stato ed altre della Polizia Provinciale di Grosseto, ospitate nelle strutture della Riserva Statale di Marsiliana messe a disposizione dall’UTB di Follonica (GR), che ha curato la parte logistica del corso.

 

Nelle tre giornate di corso sono state trattate tematiche di estrema rilevanza per il contrasto all’uso illegale di esche e bocconi avvelenati, vera e propria piaga, purtroppo molto diffusa in Italia, che colpisce sia gli animali d’affezione che specie selvatiche rare o minacciate. Esperti in vari settori hanno fatto il punto sulle conoscenze disponibili e sulle specie più sensibili al fenomeno, analizzando le cause scatenanti l’uso del veleno e le possibili misure preventive e deterrenti. Sono stati inoltre analizzati aspetti veterinari correlati alla gestione forense dei casi avvelenamento, gli aspetti sanzionatori e gli strumenti normativi e tecnici applicabili alle indagini per attività di antibracconaggio.

 

A conclusione del corso, uno dei due Nuclei Cinofili Antiveleno del Parco Gran Sasso-Laga, formato da un conduttore del CFS e dai cani Jonai e Dingo, ha effettuato una dimostrazione di ricerca del veleno, nell’ambito di una simulazione di una possibile scena del crimine, che ha consentito lo svolgimento di un’utilissima prova pratica.