Mi hanno chiesto: vivi da tanto negli Stati Uniti e naturalmente segui i giornali americani.Sono migliori dei nostri?

 

La domanda e’ vasta. Con un po’ di ironia potrei dire:stampiano meglio in Italia con
carta migliore. Ma sono sicuro che il lettore si riferiva alla qualita’ del giornalismo,
dei giornalisti.
Per cominciare bisogna dire che sono due stili completamentre diversi. La scuola
USA ha insegnato (e ripete continuamente) che il quotidiano,per esempio,ha
l’obbligo di seguire la regola della notizia impostata sul chi,come,dove,quando e
perche’. Quattro righe,insomma,per permettere al lettore di capire di che cosa si parla. Spesso,pero;,dopo le risposte a queste cinque domande fa seguito una
lagnosa ripetizione dei fatti,gia’ raccontati all’inizio.
Per gli editoriali, che raramente si allontanano dalla politica impostata dal giornale,
siamo piu’ o meno come in Italia.Qui,tuttavia,di solito il direttore si attiene ai fatti,alle cifre senza fare voli pindarici sul soggetto.
In USA non esiste la ” terza pagina” del giornalismo italiano di anni fa.E gli
annunci pubblicitari possono apparire dappertutto perche’,si sa, la pubblicita tiene in vita il giornale. Spesso non hanno molta cura delle impaginazioni: nelle
grosse testate piazzano in fila perpendicolare un articolo dietro l’altro.
Molto sport nei giornali locali (ogni paese ha un foglio in America)
che comunque sono destinati a scomparire per via dell’online.
Gli americani (e’ stato provato) sono in cima alla classifica mondiale per quanto riguarda l’acquisto di quotidiani. La domenica le grosse testate  stampano
giornali di 250 fogli (un lavoraccio portarli a casa!).Poche notizie e tonnellate di
pubblicita’. Le casalinghe ritagliano e usano soprattutto le parti dove si assicura uno sconto su un dato prodotto. Forse e’ l’unica speranza di tenere in vita almeno un giornale ogni sette giorni.
Benny Manocchia